Sacerdote contro Berlusconi sul foglio parrocchiale per il caso Ruby. Forza Italia: «Si deve scusare»

Il prete nel mirino dei forzisti è don Roberto Trevisiol, 73enne parroco di Chirignago, fratello di don Armando

Venerdì 17 Febbraio 2023 di Fulvio Fenzo
Don Roberto Trevisiol, Silvio Berlusconi e Michele Zuin, coordinatore veneto di Forza Italia

MESTRE - Non la “butta in politica”, come precisa fin dall’inizio, ma va giù duro. Solo che lui indossa un abito talare e quelle parole contro Silvio Berlusconi le ha pubblicate sul foglio parrocchiale, finito subito nelle mani di Michele Zuin, coordinatore veneto di Forza Italia ed assessore al Bilancio del Comune di Venezia, il quale lo invierà al leader degli azzurri e al Patriarca Francesco Moraglia. «Per chiedergli - spiega Zuin - se ritiene giusto che un sacerdote si esprima così su un bollettino della parrocchia».

È un vero e proprio editoriale quello vergato da don Roberto Trevisiol, 73enne parroco di Chirignago a Mestre, tra l’altro fratello di don Armando, il sacerdote che ha creato importanti strutture per anziani e poveri della città. Don Roberto, nel foglio “Proposta” pubblicato da ieri su carta e sul sito web della parrocchia, dedica le sue riflessioni all’assoluzione di Berlusconi nel processo Ruby ter. All’inizio, come si dice, la tocca piano chiedendosi come mai “per arrivare ad una sentenza definitiva si debbano attendere ben undici anni”, ma poi inizia ad affondare la lama: «In ogni aula di tribunale c’è scritto che la legge è uguale per tutti. Forse la legge lo è, ma non lo sono le tasche dei cittadini. Un poveraccio, seppur innocente, non avrebbe avuto tante risorse per pagarsi tanti avvocati per tanti anni». E poi arrivano le parole “incriminate”: «Sia distinto il verdetto legale dal verdetto morale: quale esempio ha dato non solo ai giovani, ma a tutti i cittadini italiani, un primo ministro, un presidente di partito che si circondava di ragazze come se avesse avuto un harem (e questo lo sanno anche le pietre) ottenendone le grazie non perché giovane, bello, affascinante, ma per via delle sue infinite possibilità economiche?». 

E a questo punto il parroco non si ferma più, mischiando religione e politica: «C’è un comandamento che dice: “Non nominare il mio nome invano”.

E troppe volte il nome di Dio, o della religione cristiana, è stato pronunciato in un contesto morale che con Dio e con Gesù Cristo non avevano e non hanno nulla a che fare. Questi signori difendevano la società cristiana o il regno del bunga bunga?».


LA DIFESA
«Un attacco del tutto ingiustificato, di cattivo gusto e che non c’entra nulla con le funzioni di un parroco - commenta il coordinatore degli Azzurri -. Uno può avere tutte le opinioni che vuole, ma un’altra cosa è esporle su un foglio parrocchiale. Questo sacerdote esordisce scrivendo “Non buttiamola in politica, ragioniamo liberi da scelte elettorali o di partito”, e poi finisce con cose come queste nei confronti di un politico che è stato assolto? Questo è fare politica su un foglio parrocchiale, approfittando della sua posizione». E prosegue Zuin: «Sono cristiano e praticante, ma questa uscita non posso farla passare via come se niente fosse. Difendo il mio presidente da questo attacco fuori luogo e porterò questo foglio parrocchiale all’attenzione di Berlusconi, affinché decida che iniziative intraprendere. Ma lo sottoporrò anche al Patriarca di Venezia per capire se è corretto che un parroco commenti le sentenze esprimendosi in questo modo. Come minimo, mi aspetterei delle scuse nei confronti di Berlusconi».

Ultimo aggiornamento: 07:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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