La breve vita di Pier Luigi Penzo, uno dei pionieri dell'aeronautica

Domenica 9 Ottobre 2022 di Alberto Toso Fei
Pier Luigi Penzo nel ritratto di Matteo Bergamelli

VENEZIA - Pur essendo nato il 5 maggio 1896 a Malamocco, tra mare e laguna, e dopo essersi trasferito con la famiglia a Venezia dove il padre Vittorio fu chiamato a dirigere la Compagnia degli ormeggiatori del porto, nel suo destino non c'era l'acqua. E anche quando si iscrisse prima all'Istituto nautico e poi all'Accademia militare, lo sguardo di Pier Luigi Penzo fu sempre rivolto al cielo.

E anche quando si iscrisse prima all'Istituto nautico e poi all'Accademia militare, lo sguardo di Pier Luigi Penzo fu sempre rivolto al cielo.

Pier Luigi Penzo, uno dei pionieri dell'aeronautica

Allo scoppio della Prima guerra mondiale, diciannovenne, si arruolò volontario nella Regia Marina e - dopo aver conseguito il brevetto di pilota di idrovolante all'idroscalo di Sant'Andrea - prese parte ad operazioni speciali e rischiosissime assieme a Luigi Rizzo e Nazario Sauro. Si distinse sul fronte del Piave (lo stesso dove fu abbattuto Francesco Baracca) a difesa degli spazi aerei. Ma il 19 luglio 1916, mentre sorvolava Sebenico, il motore del suo aereo fu colpito e Penzo fu costretto ad un ammaraggio di emergenza a seguito del quale rimase ferito, e che gli costò la cattura da parte degli austro-ungarici, un processo per irredentismo e la prigionia.

Malgrado quell'esperienza negativa, Penzo fu un grande pilota, in una disciplina - quella dell'aeronautica - allora solo ai primi vagiti. Subito dopo la guerra - decorato per le sue azioni - non scese certo dall'aereo: pilotò gli idrovolanti destinati al servizio di collegamento civile tra Venezia e Trieste, e fece amicizia con Gabriele D'Annunzio, col quale condivise la passione per il volo e con cui partecipò nel 1921 alla prima gara aeronautica nazionale ed entrò successivamente nella nascente Regia Aeronautica.
Da quel momento, fu un inanellamento di imprese epiche, fatte di grandi trasvolamenti: nel 1925 compì ai comandi di un Macchi M24 il Circuito del Baltico, che da Varese arrivò all'allora Leningrado; l'anno successivo partecipò al periplo del Mediterraneo e nel 1927 pilotò uno dei due velivoli coi quali Italo Balbo - del quale divenne stretto collaboratore - effettuò la prima crociera aerea del Mediterraneo. Il 1928 lo vide ai comandi di uno dei 61 idrovolanti coi quali proprio Balbo organizzò la prima Crociera aerea del Mediterraneo occidentale, tenutasi tra il 25 maggio e il 2 giugno di quell'anno.

Pier Luigi Penzo diventò ben presto maggiore dell'aeronautica; nel frattempo sposò Linda, con la quale ebbe il figlio Luigi, anch'egli destinato a fare carriera militare come aviatore, seguendo le orme del padre. Ma Luigi Penzo di quel papà che sembrava destinato a imprese sempre più epiche fu privato per sempre del ricordo: aveva infatti solamente dieci mesi quando, subito dopo la Crociera mediterranea dei 61 idrovolanti, Italo Balbo inviò suo padre a partecipare alle operazioni di ricerca e salvataggio del dirigibile Italia di Umberto Nobile e dell'equipaggio della tenda rossa, precipitati nel Mar glaciale Artico, e dell'esploratore norvegese Roald Amundsen, a sua volta scomparso mentre generosamente si era messo a cercare gli italiani col suo velivolo Latham 47.

Penzo si mise ai Comandi del suo idrovolante Dornier Wal Marina II, non prima di aver raccomandato al fratello Attilio di prendersi cura del figlio e della moglie se gli fosse accaduto qualcosa, quasi avesse avuto un presentimento. Tutto accadde durante il ritorno in Italia: il 29 settembre 1928, sorvolando la città francese di Valence, il velivolo si imbatté in una improvvisa sacca di maltempo; Penzo tentò un ammaraggio di emergenza sul fiume Rodano, ma il suo velivolo toccò inavvertitamente un fascio di cavi dell'alta tensione e, dopo essersi spezzato in due, precipitò nel fiume.

I meccanici Baracchi e Codognotto vennero tratti in salvo da alcuni pescatori, ma Penzo e i copiloti Crosio e Della Gatta affondarono insieme alla parte anteriore dell'aereo. Il corpo di Pier Luigi Penzo fu rintracciato dopo due settimane, 50 chilometri più a valle. Aveva in quel momento 32 anni. Fu riportato in Italia e sepolto nel cimitero di San Michele in Isola; l'aeronautica lo decorò con la medaglia d'argento alla memoria. Due anni più tardi, nel 1931, Venezia gli dedicò lo stadio della città.
 

Ultimo aggiornamento: 21:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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