La lezione di Antonio Fornoni, sindaco della rinascita e senatore del Regno

Lunedì 25 Gennaio 2021 di Alberto Toso Fei
Antonio Fornoni ritratto da Mattia Bergamelli

Antonio Fornoni (1825-1897) senatore, dodicesimo sindaco di Venezia

Fu il dodicesimo sindaco di Venezia, anche se allora la dicitura corretta era podestà, ma fu soprattutto la persona che incarnò un grande cambiamento culturale e sociale, perché dalla caduta della Serenissima fu il primo podestà non patrizio, ma anche uno dei primi grandi sindaci che traghettarono la città verso la rinascita dopo la difficile uscita dal giogo austro-ungarico. Antonio Fornoni fu questo e molto altro: fu senatore del Regno tra il 1874 e il 1897, in un'Italia che aveva raggiunto da pochi anni – dal 1866, per la precisione, con l'annessione di Venezia – quell'unità territoriale inseguita fin dai primi anni di quel secolo dai vari patrioti, anche veneziani, che si erano spesi per quella causa: Silvio Pellico (che a Venezia, con Pietro Maroncelli, conobbe il carcere duro), Attilio ed Emilio Bandiera, fucilati a Cosenza assieme a Domenico Moro, ma soprattutto Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, che avevano pagato assieme a decine di altri con l'esilio i moti del 1848 e la costituzione del Governo Provvisorio Veneto. Antonio Fornoni a Venezia ci era nato, il 18 settembre 1825, da Giovanni Fornoni ed Elisabetta Breda, e aveva vissuto sulla sua pelle tutti questi avvenimenti, sebbene dalla tribuna privilegiata del suo appartenere a una ricca famiglia possidente, proprietaria tra le altre cose del Cotonificio di Venezia; e per Venezia lavorò a lungo e si spese non solo mettendo sul piatto parte del suo patrimonio, ma investendo il proprio tempo e le proprie energie per la ricostruzione del tessuto cittadino, per la sua rivitalizzazione, per la salvaguardia della memoria veneziana.

Come quando presiedette il comitato per l'erezione di un monumento a Carlo Goldoni, figlio quasi dimenticato – allora – di una Venezia che con Giacinto Gallina stava riscoprendo il piacere di un teatro in lingua sul quale era calato un silenzio pluridecennale. Commissionata ad Antonio Dal Zotto nel 1876 (il penultimo anni di Fornoni da sindaco, che fu primo cittadino tra il 1872 e il 1877) la statua fu innalzata in Campo San Bartolomeo quasi otto anni più tardi, il 20 dicembre 1883. Anche il cimitero di San Michele in Isola – nella sua monumentalità – si deve al suo intervento; essendo San Cristoforo della Pace (la prima delle due isole che formano l'attuale cimitero, designata nel 1807 da Napoleone) diventata insufficiente, già dal 1826 erano iniziate le prime inumazioni a San Michele e nel 1835 i lavori di interramento del canale che le divideva, conclusi quattro anni dopo.

Un primo concorso per l'unificazione stilistica del complesso era stato bandito nel 1843, ma fu nel 1858 che un nuovo concorso – vinto da Annibale Forcellini – stabilì la forma da dare al camposanto. Solo 13 anni più tardi, però, per volere di Fornoni, la città poté avere un cimitero degno di questo nome.

Presidente del Consiglio provinciale di Venezia tra il 1895 e il 1897, membro del Consiglio direttivo della Scuola superiore di Commercio di Venezia, oltre che senatore, Fornoni non limitò peraltro la sua azione a queste due realizzazioni: in ambito culturale fu apripista per gli anni successivi, che furono di immenso fermento, e assieme ad altri amici e compagni di viaggio politico, Antonio Fradeletto, Riccardo Selvatico (che gli succedette come sindaco qualche anno più tardi) si rese protagonista della creazione della Biennale, segno di una grande capacità di lettura dei tempi nuovi che per Venezia erano dunque finalmente arrivati. Mentre in ambito sociale e amministrativo fu in prima linea per la costruzione dell’acquedotto di Venezia, la cui inaugurazione avvenne il 23 giugno 1884 con gli spruzzi gioiosi di una grande fontana provvisoria montata in Piazza San Marco.

Fu anche fondatore e primo presidente, per molti anni, della Società Ginnastica Veneziana Costantino Reyer, che grazie a Pietro Gallo portò per la prima volta – fra le altre cose – l'educazione fisica nelle scuole. Anche il porto e la ferrovia beneficiarono di suoi interventi. Un costruttore, insomma, che morì in modo improvviso il 7 aprile 1897. “Era Antonio Fornoni – disse di lui durante una commemorazione, avvenuta il giorno successivo, il presidente del Senato Domenico Farini – uno dei prudenti uomini che il solo zelo del pubblico bene suscita ed ispira; la mente calma e l'avveduto consiglio dei quali sono soltanto dalla più schietta dirittura superati. Uomini d'antico stampo questi maggiorenti che, quantunque cresciuti fra gli agi e la ricchezza, gli ottimi studi e l'animo buono facevano atti ad intendere e giovare alla cosa pubblica”.

Ultimo aggiornamento: 11:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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