Mario Dei Rossi, il maestro vetraio che reinventò l'arte della murrina

Martedì 27 Luglio 2021 di Alberto Toso Fei
Mario Dei Rossi ritratto da Matteo Bergamelli

Mario Dei Rossi (1926-2019) - Maestro Vetraio, creatore di murrine artistiche

Nella sua vita avrebbe potuto essere uno dei tanti, pur bravi, maestri vetrai che hanno segnato la storia secolare dell'isola di Murano; ma la passione per le antiche murrine artistiche, la cui produzione era risorta e fu presto abbandonata a cavallo tra Otto e Novecento (unita a una buona dose di caparbietà), hanno fatto passare alla storia Mario Dei Rossi come colui che ha traghettato l'arte della murrina muranese nel terzo millennio.

Non si tratta delle bellissime murrine “millefiori” che si ottengono con l'accostamento di canne poi fuse a caldo, tirate e tagliate (sebbene a grandi linee il procedimento sia simile): bensì di vere composizioni artistiche – ritratti, animali, geometrie – difficili da comporre e ancor più difficili da realizzare, perché sempre frutto dell'incertezza del fuoco, del mantenimento delle proporzioni con lo stiraggio della canna, e comunque dell'abilità nel creare immagini dotate di senso e bellezza, che nella loro apparente semplicità appaiono come delle tonde “diapositive” di vetro, con un verso e un retro attraversato per tutto lo spessore dai colori della composizione.

“Ero rimasto colpito dalle murrine esposte al Museo Vetrario – raccontò alcuni anni fa in una testimonianza audio raccolta dal figlio Antonio –; ma non quelle lavorate a lume da Franchini, quelle realizzate in fornace dai Moretti, che mi affascinarono molto”. Giovanni e Giacomo Franchini e Vincenzo, Luigi e Ulderico Moretti furono gli artefici della moderna rinascita di questa tecnica risalente all'antica Roma, con modalità tecniche differenti.

Così, Dei Rossi iniziò a sperimentare e lavorare sull'accostamento dei colori e su alcune immagini semplici a fine giornata, o nelle pause di lavoro, come altri maestri vetrai facevano per esercitarsi e sperimentare diverse tecniche.

Mario Dei Rossi era nato a Murano il 9 giugno 1926, figlio del fabbro Antonio e di Elisa Fuga, e nel 1961 – dopo il matrimonio con Maria Bovo – si era spostato a Burano, isola di origine della moglie ma in realtà luogo di provenienza della sua stessa famiglia, da dove diversi decenni prima si era trasferito il bisnonno. La sua formazione fu simile a quella di molti altri lavoratori del vetro della sua generazione: iniziò a lavorare a 14 anni in una cristalleria, per finire nella fornace Aureliano Toso cinque anni più tardi e prendere lo “scagno” da “maestrin” l'anno successivo. Nel frattempo arrivarono i figli Francesco (divenuto designer per il vetro) e Antonio (che oltre a insegnare al Liceo artistico ha seguito i passi del padre perfezionandone le tecniche e attestandosi come attuale maestro indiscusso della murrina muranese, assistito in fornace dal fratello dal 2016).

Negli anni successivi iniziò un periplo di fornaci (Salviati, e più tardi la Fucina degli Angeli di Egidio Costantini), continuando la sperimentazione sulla murrina: la sua prima realizzazione fu un sole, ma i diversi tipi di vetro non incontrarono tra loro; poi si cimentò con un occhio. Ma fu solo dopo la pensione che poté dedicarsi interamente al suo pallino: la murrina artistica fatta in fornace. Era la fine degli anni Ottanta: realizzò un ritratto della moglie Maria, iniziò a lavorare sui colori, le composizioni, le sfumature; riuscì a comporre un autoritratto di Van Gogh. Era tutto nuovo: non vi erano manuali, indicazioni, testimonianze. Arrivarono una rosa, un cavallo, un mosaico, una farfalla... e poi, sperimentando sulle trasparenze e sulla lavorazione di parti lavorate separatamente e assemblate a caldo in tempi diversi, un merletto e un pavone. Compose due opere ispirate a dipinti di Vittorio Zecchin e un ritratto di papa Woityla.

Cambiò nuovamente tecnica, studiò i colori, iniziò a prepararsi le canne seguendo una tecnica personalissima, che gli permise di ottenere risultati ancora più precisi: arrivarono così una sirena, un autoritratto, un leone di San Marco per il novecentenario della Basilica nel 1993, realizzato per conto dell'Associazione per lo sviluppo e la tutela della cultura muranese. E poi un Casanova per l'artista francese Folon, la Venere di Botticelli e decine di altri soggetti, fino a riprodurre “La tempesta” di Giorgione. La rinascita della murrina muranese è compiuta, il testimone passato al figlio Antonio. A 89 anni Mario Dei Rossi realizzò la sua ultima murrina. Morì il 9 gennaio 2019, a 92 anni, forse non del tutto consapevole dell'importanza di ciò che aveva riportato in auge. In fondo, per lui, si era trattato di seguire la passione di una vita.

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