Ferro +88%, rame +73%, legno +70%: materie prime "impazzite", imprese in grave crisi

Sabato 31 Luglio 2021 di Paolo Guidone
Aumentano i costi delle materie prime, tante aziende in crisi
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CITTA' METROPOLITANA - Il rincaro dei prezzi delle materie prime sta mettendo in ginocchio le imprese artigiane veneziane. L’allarme arriva dalla Confartigianato Metropolitana di Venezia che ha calcolato come siano oltre 9mila le piccole e medie aziende, soprattutto nel comparto manifatturiero ed in quello dell’edilizia, che per rimanere competitive sul mercato si vedono ridotti al minimo i già esigui margini di guadagno per poter far fronte al brusco aumento dei costi di produzione.

Ma quel che più fa clamore è che Confartigianato parla di «tensioni speculative» legate al Covid. Tensioni che, ovviamente, indirettamente interessano tutto il segmento produttivo, ma i cui effetti in alcuni casi sono immediati, diretti ed evidenti. Gli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato dicono che da gennaio ad oggi il costo del ferro è salito dell’88,1%, quello del rame del 73,4%, quello del legno del 70%, quello del pvc e del propilene del 90% e che il prezzo dell’acciaio è addirittura più che raddoppiato.

Nemmeno il periodo estivo, come solitamente avviene, ha concesso una tregua a questa fiammata inflazionistica iniziata a gennaio di quest’anno e le ripercussioni per le piccole e medie imprese veneziane sono state molto pesanti determinando anche un penuria negli stessi approvvigionamenti di prodotti lavorati e semilavorati e tempi di consegna lunghissimi.

E per non far lievitare eccessivamente i prezzi del prodotto finit , costi che vengono per lo più concordati con grande anticipo con la committenza, gli imprenditori artigiani veneziani hanno visto andare in fumo i propri margini di guadagno. «In questo momento di tentativo di ripresa le speculazioni internazionali stanno facendo un grandissimo danno – spiega il presidente della Confartigianato Metropolitana, Siro Martin – e nell’edilizia, ad esempio, è diventato quasi impossibile mantenere i prezzi preventivati qualche mese prima alla committenza e queste difficoltà, sommate a quelle del difficile approvvigionamento, stanno ancor di più frenando il settore, i relativi bonus e l’intera filiera lunga. Lo stesso problema lo abbiamo nella manifattura, dove i costi crescenti delle materie prime si riversano poi sul prodotto finito e a sua volta sul cliente finale ma soprattutto non consentono all’azienda di fare una corretta pianificazione economica nemmeno nel breve periodo, cosa che invece è fondamentale fare, soprattutto nei momenti di crisi». 

Nel mese di aprile, ha stimato l’Ufficio Studi di Confartigianato, i prezzi di beni indifferenziati indispensabili sono aumentati del 33,4 % rispetto a dodici mesi prima mentre nel solo comparto manifatturiero le aziende artigiane veneziane più esposte alla speculazione sui prezzi delle materie prime sono 1930, piccole e medie imprese attive nei comparti moda , infissi, legno , mobili, carpenteria e che danno lavoro a 22.838 addetti . Altrettanto in crisi a causa della difficoltà a reperire prodotti lavorati indispensabili come infissi e pannelli isolanti utilizzati per gli interventi in regime di super bonus 110% è il settore dell’edilizia , che malgrado un quindicennio di vacche magre nel veneziano vede ancora attive 7.410 imprese nelle quali lavorano 22.200 addetti.

«Il rischio è che si inneschi un aumento dell’inflazione perché da qualche parte questi rincari si debbono ammortizzare. Per arginare questo fenomeno le imprese possono fare ben poco – sottolinea Martin – e occorre che intervenga la politica. Nel comparto degli appalti pubblici, la pressione a livello nazionale di Confartigianato ha spinto il legislatore a varare un apposito disegno di legge che prevede finanziamenti ad hoc per gestire gli aumenti, un meccanismo compensativo che se la corsa al rialzo non si fermerà sarà necessario valutare anche per i contratti con i privati. Nell’attesa, attraverso i nostri consulenti legali, stiamo diffondendo la prassi delle clausole di tutela nei contratti, ovvero la possibilità, davanti un aumento non gestibile, di poter rimodulare l’offerta. Quanto durerà questa corsa agli aumenti nessuno lo sa, ma di certo in autunno ci sarà un aumento generalizzato dei prezzi dei beni di consumo». 

Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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