Docente di Ca' Foscari posta la Meloni a testa in giù. Fdi chiede all'ateneo di allontanarlo, il rettore si dissocia, e lui: «Attacco strumentale»

Venerdì 28 Maggio 2021
La vetrina della Feltrinelli con il libro della Meloni
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VENEZIA -  Fratelli d'Italia denuncia il fatto che il volume della presidente del partito Giorgia Meloni sia stato esposto in una libreria capovolto, con l'immagine della leader a testa in giù, un chiaro riferimento a piazzale Loreto. La foto è stata poi postata da Simon Levis Sullivan, docente della Ca' Foscari. Il rettore si dissocia e promette di fare chiarezza, mentre l'autore del post (aveva pubblicato la foto delle libreria commentando "Nelle librerie Feltrinelli può capitare") parla apertamente di strumentalizzazione politica e afferma che i suoi detrattori hanno erroneamente interpretato il post.

«Simon Levis Sullam, ricercatore di Storia all'Università Ca Foscari di Venezia, ha postato la foto di una libreria dove il libro di Giorgia Meloni è posizionato 'a testa in giù' con accanto il commento 'Nelle librerie Feltrinelli può capitare'. Un altro 'accademico dell'indecenzà che si aggiunge alle volgarità indegne e gratuite contro Giorgia. Donna e madre». Lo afferma Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Camera. «Un'offesa -aggiunge- che peraltro sporca il ruolo e l'immagine di chi fa formazione, insegna alle nuove generazioni. Una vergogna, che andrebbe ripagata con un provvedimento sanzionatorio nei confronti di Sullam».

«Ancora una volta dobbiamo constatare un becero attacco di natura personale nei confronti di Giorgia Meloni. Leggere dei post come quelli di Simon Levis Sullam, ricercatore di Storia all'Università Cà Foscari di Venezia che ha commentato su facebook la foto di una libreria dove il libro di Giorgia Meloni è posizionato 'a testa in giù', giustificandone l'inqualificabile gesto, è un incitamento all'odio inaccettabile. Purtroppo, ancora una volta dobbiamo constatare che non avendo temi da contrapporre all'azione politica messa in campo da Giorgia Meloni, si tenti la strada dell'offesa e dell'attacco personale nei confronti dell'avversario la cui unica colpa è quella di essere una leader di successo che sta ottenendo importanti riconoscimenti in termini di consenso e adesione alla sua azione politica». Lo dichiara Giovanna Petrenga, senatrice di Fdi. «Ma la cosa più grave - aggiunge - è che, ancora una volta, tale incomprensibile attacco viene da chi dovrebbe essere deputato alla formazione delle future generazioni. Confido in un tempestivo intervento non solo del rettore dell'università Cà Foscari di Venezia ma anche del ministro delle Ricerca per l'allontanamento di questo ricercatore che certamente non può incarnare l'esempio di un uomo di cultura libero e democratico».

Dopo le prese di posizione di altri esponenti del centrodestra, anche dall'Università arriva la posizione del rettorato. «Mi dispiace per quanto accaduto. Una volta appreso dello sgradevole incidente, provocato da un'iniziativa del tutto individuale dalla quale Cà Foscari prende le distanze, ho immediatamente chiesto chiarimenti al docente che ha rimosso il post. L'Ateneo si riserva di valutare tutti i passi necessari a fare chiarezza sull'accaduto». Lo afferma la rettrice dell'Università Cà Foscari Venezia Tiziana Lippiello, intervenendo sulla vicenda del post pubblicato da un docente dell'Ateneo, Simon Levis Sullam, con una foto di una libreria Feltrinelli nella quale il libro di Giorgia Meloni è ritratto capovolto con il volto della parlamentare a testa in giù. Lippiello fa saper che «il post è stato pubblicato a mero titolo personale» e ribadisce di dissociarsi dall'iniziativa, fermo restando «il valore irrinunciabile della libertà di espressione che ha rango costituzionale nel nostro Paese ed è ribadita nello statuto dell'Università».

Da parte sua, l'autore del post "incriminato" parla senza mezzi termini di strumentalizzazione: «Come professore associato di storia contemporanea all'Università Cà Foscari Venezia, studioso di fascismo, antisemitismo, retoriche politiche e Shoah, dichiaro che il mio post nei social, riguardante l'esposizione in una libreria dell'autobiografia dell'on. Giorgia Meloni, è stato erroneamente interpretato e fatto oggetto di strumentalizzazione politica». Così in una nota il docente Simon Levis Sullam. «Quale docente e studioso - prosegue Levis Sullam - coinvolto in progetti di ricerca nazionali e internazionali sul linguaggio politico, specie delle destre e delle loro tradizioni ed esperienze politiche in Italia nel '900, incluso il fascismo, sono da tempo impegnato nell'analisi e nel contrasto di queste retoriche, sia sul piano storico che nelle loro manifestazioni più recenti nei media e nei social media. La pericolosità di queste retoriche è confermata - spiega - anche da questo minimo episodio, in cui si è capziosamente aggredito attraverso i social media uno studioso e, più in generale, il sistema accademico e della ricerca». «Sul piano personale -prosegue la nota del professore - sono confortato dagli attestati di solidarietà e stima scientifica che sto ricevendo da parte di colleghi e colleghe studiosi, in Italia e all'estero, dei più diversi orientamenti culturali e politici. Spiace che, in questa occasione, si sia inoltre cercato di polemizzare in modo strumentale anche con l'Università Cà Foscari Venezia, date le tradizioni cafoscarine di studio e insegnamento della tolleranza e accoglienza delle diversità culturali, religiose, politiche e di genere, in cui io stesso sono da sempre impegnato», termina la nota.  

Ultimo aggiornamento: 21:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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