Rappresentanti di commercio, impiantisti, taxi: «Noi, lavoratori in crisi a causa del caro carburante»

Giovedì 17 Marzo 2022 di Raffaella Vittadello
MESTRE Distributori di carburante chiusi, rimasti a secco dopo l'assalto dei giorni scorsi

VENEZIA - Sono tante le tipologie di aziende messe in ginocchio dal caro carburanti: dagli agenti di commercio ai tassisti, dagli autisti di bus a noleggio agli impiantisti.

E le prospettive sono poco confortanti. «Sono ripresi i costi, non l’attività».

È il de profundis che intonano gli agenti e rappresentanti di commercio, una delle categorie più colpite dal rincaro dei carburanti a causa della congiuntura internazionale, che ogni giorno macinano chilometri spesso in automobile per raggiungere i clienti. Stefano Montesco, alla guida della rappresentanza Veneziana di Fnaarc Confcommercio, fa eco al presidente nazionale della categoria, Alberto Petranzan: «Un aumento almeno del 40% e solo nell’ultimo mese – precisa Montesco – Impossibile con questi costi di esercizio anche solo ipotizzare un ritorno di attività e fatturati al livello pre pandemia del 2019». Secondo Montesco i viaggi dei rappresentanti sono «la nostra missione al servizio della produzione, del marketing delle aziende e del Pil del nostro Paese. Colleghiamo le nostre aree più competitive, come il Veneziano e il Veneto: circa 700 professionisti tra Città Metropolitana di Venezia e in Provincia di Rovigo, Italia intermediano poco meno del 60% del valore aggiunto delle imprese del territorio, composto soprattutto di aziende di piccole e medie dimensioni».


IL CALCOLO
Montesco fa un rapido calcolo: «Con una media annua di oltre 60mila km e con i carburanti che in queste ore hanno superato i 2 euro/litro sia per benzina che per diesel, è facile intuire quanto sia l’esborso ulteriore rispetto alla situazione pre Covid per un agente e un rappresentante di commercio: almeno il 30 per cento in più» I rappresentanti di commercio chiedono all’unisono al Governo di adottare misure che abbattano i costi della benzina e gasolio, anzitutto i combustibili abbassando drasticamente le accise, che drogano il prezzo finale e di attualizzare i parametri fiscali di deducibilità dell’acquisto dell’automobile. «Con l’attuale tetto in vigore, infatti, l’agente non può adeguatamente investire nell’acquisto di veicoli a basso impatto ambientale, che si mantengono su prezzi ancora troppo elevati. Eppure – conclude Montesco – Questo consentirebbe anche di concretizzare un determinate contributo, anche di immagine, all’attuazione del piano di transizione energetica».


BUS A NOLEGGIO
Un capitolo a parte meritano gli operatori di noleggio con conducente, come i bus turistici. Il Covid ha mandato a picco le aziende, che si basavano soprattutto sugli introiti derivanti dalle agenzie di viaggio. E molti hanno ripiegato sui servizi aggiuntivi al trasporto pubblico. Come le corse scolastiche. Ma, considerando gli ultimi avvenimenti, non è andata granchè meglio. «Spesso lavoriamo su preventivi - spiega Marino Gottardo, referente della Confargianato - e molti contratti li abbiamo firmati parecchi mesi fa, quando questi aumenti non erano immaginabili. A maggior ragione quelli che concludiamo con le pubbliche amministrazioni, che spesso hanno durata triennale. Pensiamo al trasporto scolastico aggiuntivo. Lo abbiamo stipulato a settembre. E adesso? Ci sono colleghi che stanno pensando di recedere dagli impegni anche pagando una penale, potrebbe essere meno pesante che continuare a lavorare con questi aggravi. Noi il carburante lo paghiamo allo stesso prezzo del cittadino comune, non abbiamo agevolazioni. Il serbatoio di un autobus contiene circa 600 litri, e si fanno 3 Km con un litro. È facile fare i conti di quanto ci perdiamo».


GLI IMPIANTISTI
«Stiamo cercando di ottimizzare gli spostamenti - dice Francesco Costantini, referente per gli impiantisti e installatori - concentrando gli interventi per zone, perchè con sei mezzi e i costi raddoppiati ad ogni viaggio subiamo un rincaro di 7-8 euro, che il cliente non vede di buon occhio. Teniamo conto che stiamo impazzendo anche con i costi di spedizione dei materiali, oltre che sull’approvvigionamento delle materie prime. E non dimentichiamo che finita l’onda del bonus 110 per cento ”crollerà il castello”. Già ora la gente rinvia i costi di manutenzione delle caldaie, che significa alla fine minor sicurezza. Ma gli stipendi, un’azienda, li deve continuare a pagare ogni mese».


I TAXI
«La mobilità è crollata del 70 per cento - puntualizza Alessandro Nordio, rispetto al 2019 - ora c’è un aumento del 40 per cento dei carburanti che non possiamo di sicuro riversare totalmente sul cliente finale. Siamo un servizio pubblico, le tariffe sono stabilite dal Comune e sono ferme dal 2013. Chiediamo al Governo di permettere che si possano ritoccare, perchè ognuno deve fare la propria parte»

 

Ultimo aggiornamento: 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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