Ragazzo ucraino salvò la vita ad un passante, pratica per la cittadinanza "sparita" nei cassetti

Martedì 22 Febbraio 2022 di Elisio Trevisan
Dmytro Nikolayev , ventisettenne ucraino salvò la vita a un cittadino effettuando un massaggio cardiaco
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MESTRE - È un eroe civile, un ragazzo di 27 anni che, quando serve, aiuta il prossimo. Un giorno del 2015, Dmytro Nikolayev di origini ucraine residente a Mestre da dodici anni, ha salvato una vita e per quel gesto le autorità veneziane hanno inviato a Roma la proposta di dargli la cittadinanza italiana per meriti civili: nel 2019 aveva fatto il colloquio in Questura, penultimo step prima della risposta ufficiale, ed oggi a distanza di oltre tre anni la Prefettura gli risponde che è tutto in regola, che la pratica è a Roma e attende solo la firma del presidente della Repubblica.

L'iter

Il problema è che quella pratica è in attesa da un po’ troppo tempo.

Al di là della soddisfazione di vedere riconosciuto il proprio merito, che Dmytro sicuramente apprezzerà ma che non avrebbe cambiato nulla riguardo il suo intervento di soccorso, col tempo quella pratica insabbiata chissà dove negli uffici romani è diventata un problema: laureato infermiere, non può però partecipare ai concorsi perché non ha la cittadinanza, e non può nemmeno andare in Ucraina a trovare il resto della sua famiglia perché rischierebbe di essere arruolato o avere altri intoppi. E se va lui in Questura a chiedere di avviare le pratiche per le vie normali, gli rispondono che non si può perché è già aperta una procedura a suo favore.  Insomma Dmytro è in un vicolo cieco. Nel frattempo continua ad acquisire titoli che gli consentirebbero di ottenere quella benedetta cittadinanza, come nel frattempo hanno fatto molti suoi coetanei: dopo la laurea da infermiere, si è iscritto ad Odontoiatria all’Università di Padova e di sera lavora in una pizzeria perché, appunto, non può partecipare ai concorsi pubblici per intraprendere il lavoro per cui ha studiato.

Il salvataggio del 2015

Tutto è nato, dunque, la sera di sabato 7 novembre del 2015: Dmytro stava percorrendo via Cavallotti a Mestre in sella allo scooter che usava per fare le consegne di Pony Express per la pizzeria “Da Michele”, quando ha notato un automobilista in difficoltà: l’Audi sbandava e si stava fermando. Dmytro ha mollato lo scooter e ha soccorso l’uomo di 65 anni che ormai aveva perso conoscenza per un malore, aiutato da un altro signore che ha estratto il malcapitato dall’auto, sorretto da una famiglia della zona che illuminava la strada con una torcia, offrendo acqua oppure una sedia, e da una ventina di ragazzi del Bangladesh che pregavano composti. Dmytro ha praticato il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca che aveva imparato da poco, frequentando un corso a scuola, senza mai smettere fino a quando non sono arrivati i sanitari del 118 che, stabilizzata la situazione, si sono complimentati perché aveva salvato una vita. «Dmytro è modesto e non ha raccontato tutto: - aveva detto due anni fa Barbara Nino, figlia dell’automobilista salvato - la verità è che ha lanciato il casco per terra e si è tuffato su mio papà per aiutarlo. Incurante di essere, di notte, in mezzo alla strada e sotto lo sguardo di tante persone, ha continuato a rianimarlo per mezz’ora. Serve tanta forza ma lui non si è mai fermato». Allora la famiglia Nino si era unita ai proponenti della concessione di cittadinanza lanciando un appello al Comune affinché facesse sentire la sua voce al ministero dell’Interno e al presidente della Repubblica. La pratica era stata avviata in seguito all’iniziativa dell’Ufficio scolastico regionale e della Fisa (Federazione italiana salvamento acquatico) che aveva tenuto il corso di primo soccorso cui aveva partecipato anche Dmytro.

Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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