VENEZIA - «Il Papa viene a stanarci». Era il 7 maggio 2011 quando Angelo Scola, allora patriarca di Venezia, salutava l'arrivo in laguna e nella terraferma mestrina di Benedetto XVI. Una visita durata un giorno e mezzo, con la partecipatissima messa nel parco di San Giuliano, quasi 300mila persone, e poi l'Assemblea per la chiusura della visita pastorale diocesana nella basilica di San Marco, l'incontro con il mondo dell'economia e della cultura alla Salute, ma anche il tragitto in gondola, l'abbraccio con un'operaia di Porto Marghera in lotta per il lavoro, il bacio a un neonato. «Il Nordest vuol bene al Papa, vuol bene a questo Papa», aveva detto Scola al termine di quella visita.
Undici anni e mezzo dopo, è lo stesso Scola, arcivescovo emerito di Milano, a ricordare con affetto Joseph Ratzinger scomparso all'età di 95 anni la mattina del 31 dicembre scorso: «Mi è stato amico ma ancor più padre non facendomi mai mancare il suo aiuto anche in certi momenti non facili della mia vita».
TESTIMONE NELLA BIBBIA
«Il ritorno al Padre di Joseph Ratzinger-Papa Benedetto XVI - ha scritto Scola - è un fatto che chiede a tutti noi, soprattutto ai cattolici, una particolare riflessione.
L'AD-DIO
Undici anni fa, in occasione della visita di Benedetto XVI a Venezia, Scola aveva detto: «Vorrei azzardare un'espressione forte, il Papa viene a stanarci. A riaccendere in noi alcune domande di fondo: che significato e direzione ha la mia vita? A che punto sono nel mio rapporto con Dio? Questa visita ci strapperà alle nostre vicende ordinarie e ci costringerà ad alzare lo sguardo». In quella visita Benedetto XVI aveva lanciato a tutto il Nordest l'invito a «non avere paura degli altri», parlando di immigrazione, lavoro, fede e anche del fascino di Venezia. Alla città il Pontefice aveva lasciato messaggi forti: aveva chiesto alla Serenissima di essere modello di «pace» e «convivenza», di avere rapporti fondati su «amicizia e rispetto», di continuare a essere terra che accoglie e che non ha paura di chi viene da lontano. Una città d'acqua, unica, ma non per esprimere una cultura «liquida» con scelte effimere.
«Sono convinto - ha detto ora l'Arcivescovo emerito di Milano, già patriarca di Venezia - che le persone care che ci precedono all'altra riva restano fin da ora in contatto con noi. In modo silenzioso, certo, ma non per questo meno efficace. Sono certo che papa Benedetto continuerà a svolgere questa funzione a favore della Chiesa e della società tutta. In attesa di rivederci diamo a lui oggi il nostro ad-Dio».