Questionario a scuola con etnie rom e sinti, ora il preside ritira il modulo

Domenica 14 Luglio 2019 di Monica Andolfatto
Questionario a scuola con etnie rom e sinti, ora il preside ritira il modulo
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MESTRE - «Se il modulo da un punto di vista legale ha dei profili di illegittimità, lo cambieremo sicuramente», parola di Carlo Marzolo, dirigente dell'istituto comprensivo Cornaro con sedi a Fossò e Vigonovo in provincia di Venezia e a Saonara in provincia di Padova. La dichiarazione arriva il giorno dopo le polemiche suscitate dalla segnalazione di alcuni genitori che all'atto di compilare il questionario per iscrivere i figli alla elementare di Tombelle di Vigonovo si sono imbattuti nella richiesta, bollata come altamente discriminatoria, di indicare l'etnia del bambino: nomade, rom, sinti o caminanti. La quiete dopo la bufera? Forse. «Le finalità del questionario - continua Marzolo - erano quelle della maggior inclusione possibile e non certo il contrario. Lo stampato viene distribuito da dieci anni a  coloro che non sono già iscritti all'anagrafe on line e le informazioni che noi raccogliamo hanno finalità istituzionali, e tese a tutelare gli alunni e non discriminarli».
POLEMICAA far scoppiare il caso, la denuncia ufficiale di Paolo Benvegnù, ex leader di Rifondazione comunista, a nome del Gap (Gruppo d'acquisto popolare) che a Padova gestisce uno sportello sociale per le pratiche amministrative e al quale si è rivolto uno dei papà che voleva far frequentare la Marconi di Tombelle al proprio bimbo. «Esprimiamo soddisfazione per la volontà del dirigente scolastico di bloccare il modulo che a nostro avviso è discriminatorio e contrario sia alla Costituzione che alle normative europee che vietano censimenti in base all'etnia. Così come accogliamo con estremo favore - prosegue Benvegnù - le prese di netta distanza da tale pratica dei sindaci della zona. Per quanto ci riguarda continueremo a garantire il nostro impegno volontario al fianco dei lavoratori e delle famiglie in difficoltà. Prima di muoverci - conclude - abbiamo consultato i nostri legali, fra cui alcuni giuristi esperti in materia, concordi nell'affermare la valenza penalizzante e discriminatoria del documento. Quindi ben vengano le scuse del dirigente».
ATTACCONon fa sconti Davide Casadio, vicentino, presidente della Federazione Rom e Sinti insieme: «Questo modulo è anticostituzionale, contro tutte le normative europee e contro i diritti dell'uomo. È pura discriminazione. Sono le forme di razzismo che si usano per identificare le persone a livello di istruzione. Queste cose devono essere denunciate, alla luce di quello che sta accadendo in Italia. Oltre al resto ci si mettono anche le scuole a fare le distinzioni come negli anni Settanta, quando mettevano tutti i bambini rom e sinti nelle scuole per loro. Queste distinzioni non ci devono più essere». Per Casadio si tratta di una vicenda di una gravità assoluta e invoca l'intervento degli ispettori ministeriali e dell'Ufficio regionale scolastico per togliere dalla circolazione il formulario pietra dello scandalo.
AFFONDOA chiedere a gran voce il ritiro immediato del modulo è anche Daniele Giordano, segretario Cgil Venezia: «Ogni possibile discriminazione e qualsiasi segno di esclusione - attacca - vanno banditi dalla scuola pubblica. Come Cgil auspichiamo che alle dichiarazioni del dirigente scolastico seguano subito atti concreti. Solo grazie all'alto valore educativo delle nostre scuole pubbliche possiamo sconfiggere tutti quei sentimenti di esclusione, emarginazione e razzismo che sono in crescita nella nostra società. C'è bisogno che proprio dalla scuola partano messaggi positivi in alternativa a chi pensa che le nostre comunità saranno più forti e più solidali solo espellendo chi la pensa diversamente da noi, ha un diverso credo religioso o proviene da altri parti del mondo».
PRECISAZIONEIntanto il professor Marzolo si è preoccupato di estendere il chiarimento a tutte le famiglie con una nota a sua firma sul sito dell'Istituto che dirige: «A scanso di ogni equivoco, va ribadito che l'operato dell'Istituto e di tutti coloro che vi lavorano è teso a tutelare l'interesse di ogni alunna e di ogni alunno, la sua crescita umana e culturale, nel rispetto e nella valorizzazione di ogni caratteristica personale. A questo fine vengono raccolti dati personali, anche sensibili, trattati sempre nella dovuta riservatezza. I valori inclusivi sono e debbono essere a fondamento dell'azione di questa come di ogni altra scuola appartenente al sistema scolastico nazionale: lo prevede la nostra Costituzione e la nostra identità europea. Gli atteggiamenti discriminatori vanno cercati lontani dalla scuola, che ogni giorno affronta sfide grandissime in condizioni di costante ristrettezza di risorse economiche ed umane.
Monica Andolfatto (Ha collaborato Vittorino Compagno)

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