Si presentavano al posto dei candidati all'esame della patente, in 31 verso il processo

Martedì 14 Dicembre 2021 di Gianluca Amadori
La sede della motorizzazione civile a Mestre
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MESTRE - Trentuno richieste di rinvio a giudizio per la presunta truffa degli esami per la patente di guida ai quali, secondo gli inquirenti, non si presentava l'effettivo candidato, ma un suo sostituto travisato per riuscire ad assomigliare il più possibile alla fotografia del documento d'identità originale.
La Procura ha chiuso l'inchiesta per la presunta truffa che ruota attorno all'autoscuola PatenteGo di Treviso e, ieri mattina, al palazzo di giustizia di Venezia si è aperta l'udienza preliminare di fronte al giudice Andrea Battistuzzi.

Cinque imputati hanno chiesto di poter patteggiare, con l'accordo del pm Giovanni Gasparini, e altri due di essere giudicati con rito abbreviato. L'udienza è stata quindi rinviata al prossimo 10 gennaio per la discussione. Nel capo d'imputazione vengono ipotizzati i reati di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità, falso ideologico e contraffazione di documenti.


LE CONTESTAZIONI

La Procura contesta ai vari imputati una serie di presunti raggiri messi in atto tra il 2014 e il 2018, per bypassare il controllo all'esame documentale nelle Motorizzazioni: in alcuni casi sarebbero state perfino rimosse le fotografie nei certificati medici e nei documenti d'identità dei candidati all'esame per la patente, per poi applicare quelle del potenziale sostituto, soggetto già munito di patente di guida ed esperto del codice della strada, che si presentava all'esame senza destare sospetti. Alle prove pratiche di guida, invece, vi erano persone esperte nella conduzione dei veicoli che si presentavano al posto del candidato travisandosi, anche con baffi e parrucche, per trarre in inganno gli esaminatori. In questo modo, secondo la Procura, alcuni soggetti senza alcuna preparazione teorica o pratica sono riusciti ad ottenere la patente. Il costo di ciascuna pratica truffaldina si aggirava attorno ai 2500 euro.


LA DENUNCIA

L'inchiesta è partita da una segnalazione della Motorizzazione di Venezia, i cui addetti si trovarono di fronte ad un candidato che non corrispondeva alla foto del documento. A Roma un collaboratore dell'autoscuola fu arrestato per essersi sostituito all'effettivo candidato e nella sua abitazione furono sequestrate fotografie con parrucche e baffi, nonché certificati medici, timbri e carte d'identità in bianco.
Gli esami che sarebbero stati pilotati sono una trentina e quasi tutti degli imputati sono cittadini di Ghana, Benin, Nigeria e Liberia. Tra di loro figura anche Moses Ewere Osagie, il quarantatreenne nigeriano che, lo scorso gennaio, fu arrestato per aver ucciso la moglie, a Concordia Sagittaria.

Ultimo aggiornamento: 13:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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