Il primario eroe della lotta al Covid va in pensione e regala le ferie ai colleghi

Mercoledì 7 Giugno 2023 di Fabrizio Cibin
Il dottor Fabio Toffoletto

SAN DONÀ - In pensione uno degli "eroi" della lotta al Covid. Dal primo giugno il dottor Fabio Toffoletto non è più il direttore dell'unità di anestesia e rianimazione e del dipartimento area critica dell'Ulss 4. Non lo aveva fermato neppure la pandemia, quando allestì, in tempi da record, la terapia intensiva in quello che divenne il "Covid-Hospital" di Jesolo; ci ha pensato l'età a ricordargli che era giunto il momento di smettere.

IMPEGNATO
«Ma non appenderò il camice al chiodo ci tiene a precisare Continuerete a vedermi in giro.

Ci sono dei lavori che identificano la persona e fare il medico è uno di questi. Come puoi dire: smetto di essere medico? E' parte di me e questo lavoro, per me, è un privilegio». E prima di chiudere la carriera all'Ulss 4, due iniziative che in qualche modo lasciano il segno. La prima è quella di avere fatto parte della giuria che ha deciso il nome dell'ospedale di San Donà di Piave, ovvero "Città del Piave"; un apporto, il suo, importante in quanto appassionato di storia locale.

FERIE DONATE
Il secondo è quello di avere deciso di cedere le proprio ferie, a titolo gratuito, ai colleghi che ne hanno bisogno per assistere i figli in particolari condizioni di salute, atto reso possibile nel cosiddetto Jobs Act. «L'ho trovato un gesto normale, naturale, come aiutare una persona ad attraversare la strada», ha risposto il medico. «Il dottor Toffoletto - ha commentato il direttore generale dell'Ulss 4, Mauro Filippi - è sempre stato una persona generosa e lo ha dimostrato ancora una volta prima di lasciare il posto di lavoro, cedendo le ferie. È stato un figura importante nell'organizzazione delle attività, persona dalle spiccate capacità organizzative e gestionali, professionista instancabile e di elevata competenza, un medico che ha sempre fatto squadra con i colleghi e ha creato ottime relazioni in azienda e nel territorio».

L'ormai ex direttore, o "primario" come si sarebbe chiamato un tempo, lascia senza rimpianti. «Spero di avere fatto tutto il possibile per le persone che hanno avuto bisogno di me. Nella mia carriera ricordo in particolare due realtà: quella di Padova, dove sono cresciuto e dove sono stato molti anni, e quella dell'Ulss 4 dove ho potuto mettere in pratica ciò che avevo appreso e dove sono contento di avere terminato la mia carriera perché questa è una azienda che, negli anni, ha fatto passi da gigante, raggiungendo traguardi straordinari». Straordinario come lo è stato il periodo della pandemia. «È stato un imprevisto, è vero, ma le esperienze vissute sono quelle che ti permettono di affrontare il presente nel modo migliore - osserva il medico - Inoltre ho avuto la possibilità di lavorare in un'azienda che mi ha supportato e con la quale c'è stata stima e fiducia reciproca. Anche se sembrano passati secoli, e non pochi mesi, dobbiamo imparare molto da quello che abbiamo vissuto: è stato un grandissimo, purtroppo anche tragico, momento di progresso della medicina, pagato a caro prezzo. Devo dire che il lavoro fatto dalla nostra azienda è stato veramente eccellente».
 

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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