"L'ultimo arrivato" di Marco Balzano
vince il premio Campiello

Sabato 12 Settembre 2015
Marco Balzano
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VENEZIA - La storia di un piccolo emigrante, Ninetto detto Pelleossa, che lascia la Sicilia per Milano ha nettamente vinto la 53. edizione del Premio Campiello. Ninetto è il protagonista del romanzo di Marco Balzano, 'L'ultimo arrivatò edito da Selerio. L'insegnante di liceo milanese ha ottenuto 117 voti staccando nettamente Antonio Scurati che, con il romanzo 'Il tempo migliore della nostra vita', edito Bompiani, si è fermato a 75 voti della giuria popolare dei 300 letterati anonimi.



Balzano è autore di una storia che affronta il triste e poco noto problema dell'emigrazione infantile negli anni '50 dello sviluppo economico; una storia che drammaticamente sembra avere molte attinenze con le tragedie dei nostri giorni, in contesti però - come ha ricordato l'autore - dove alla speranza di un possibile sviluppo oggi c'è una emigrazione intercontinentale di gente che fugge anche da scenari di guerra. Il vincitore, euforico ma emozionato, ha definito il suo lavoro «commovente» e alla domanda a chi farebbe interpretare la storia in un film ha risposto senza esitare: «Toni Servillo».



La proclamazione del vincitore del Super Campiello, dopo la designazione della cinquina da parte della giuria dei letterati, presieduta da Ilvo Diamanti, nel maggio scorso, è giunta a conclusione di una serata al teatro La Fenice, sotto la «regia» del duo formato da Neri Marcoré e Geppi Cucciari. I due presentatori sono alla terza edizione del Campiello e sono apparsi molto affiatati con scambi di battute e domande piccanti ai finalisti.



L'opera di Balzano racconta la storia di un ragazzino che parte e fugge dalla Sicilia lasciando dietro di se una famiglia che, come il padre, preferisce saperlo lontano ma con almeno un cenno di futuro. È una storia difficile, un romanzo che però come ha detto lo stesso autore non è «né storico né sociologico» ma durante la premiazione Balzano ha voluto esprimere un ringraziamento alle famiglie «che mi hanno aperto le porte di casa per raccontarmi la loro storia di emigrazione minorile».



Nella classifica finale del Campiello - un'edizione dove la «storia» ha avuto un ruolo molto importante - è giunta terza Carmen Pellegrino con «Cade la terra» (Giunti) con 35 voti; un voto sotto, a 34, si è fermato Paolo Colagrande - che nel 2007 aveva vinto il Campiello Opera Prima - con «Senti le rane» (Nottetempo); a 21 voti si è fermato Vittorio Giacopini con «La mappa» (Il saggiatore).



Durante la serata, aperta dal presidente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato che ha ricordato il ruolo fondamentale della cultura per l'impresa, sono stati assegnati anche il Premio Campiello Giovani, quello per l'Opera Prima - andato ad Enrico Ianniello con «La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin» (Feltrinelli) e il Premio Fondazione Campiello a Sebastiano Vassalli, scrittore scomparso nel luglio scorso.



Al momento della consegna del riconoscimento alla carriera ritirato dalla moglie Paola Todeschino il pubblico ha accompagnato la consegna con un lungo applauso in piedi.
La moglie ha ricordato il rapporto che lo scrittore aveva con i giovani ai quali diceva che lui svolgeva il mestiere più bello del mondo, quello dello scrittore: «Oggi direbbe - ha ricordato Paola Todeschino - che quando una persona non c'è più c'è sempre una storia da raccontare. E lui si è definito 'un nulla pieno di storie'».
Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 23:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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