Diciottenne ubriaca investe un gatto e finisce nel fosso: patente sospesa, vince il ricorso contro la Prefettura

Domenica 12 Giugno 2022 di Marco Aldighieri
L'intervento dei carabinieri
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MIRANO - L'avere investito un gatto, con la sua Lancia Y, le era costata la sospensione della patente per tre mesi e una sanzione amministrativa di 544 euro. Ma la diciottenne di Santa Giustina in Colle, affiancata dall'avvocato Domenico Zanon, ha fatto ricorso al giudice di Pace di Venezia e ha vinto. Non solo, perchè la Prefettura lagunare è stata condannata a pagare le spese.

Il 27 ottobre del 2019 la ragazza era andata a ballare nel veneziano con amici e amiche. Al ritorno, intorno alle tre di notte, mentre percorreva via Fratte in direzione del centro di Mirano ha investito un gatto. La neo diplomata ha perso il controllo della Lancia Y e la sua corsa si è fermata nel fosso. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Mira, i carabinieri di Spinea e un autocarro per rimuovere la macchina. La giovane è stata accompagnata al pronto soccorso dell'ospedale di Mirano, da dove è stata dimessa con una prognosi di dieci giorni. Ma mentre era ricoverata gli uomini dell'Arma hanno chiesto al personale ospedaliero, di sottoporla agli esami tossicologici. E la ragazza è risultata positiva all'alcol test con 0,57 grammi di alcol per litro di sangue, quando il limite consentito per legge è di 0,50 grammi di alcol per litro di sangue. Quindi alla diciottenne è stata sospesa la patente di guida per tre mesi con l'ordine di sottoporsi, entro 60 giorni, alla visita medica in una delle Commissioni mediche locali patenti della provincia.

Inoltre le sono stati tolti dieci punti dalla patente ed è stata raggiunta da una ammenda di 544 euro.

La diciottenne si è rivolta a un legale e ha presentato ricorso. La prima contestazione l'ha formulata in relazione all'illegittimo accertamento del tasso alcolemico. Motivo, quando si trovava ricoverata al pronto soccorso dell'ospedale di Mirano nessuno le ha chiesto, così come previsto per legge, se voleva chiamare un avvocato prima dell'alcol test. Inoltre la ragazza ha contestato la violazione del termine di notificazione del verbale dei carabinieri. Quando è stata trovata positiva all'assunzione di alcol era il 27 ottobre del 2019, mentre l'avvenuta notifica del verbale è arrivata il 30 marzo del 2020. E così il giudice di Pace di Venezia le ha dato ragione condannando la Prefettura a pagare le spese, certo la sentenza è giunta dopo oltre due anni.
 

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