PORTOGRUARO - Il danno a un braccio per un incidente stradale era costato una condanna per truffa: a distanza di 9 anni un imprenditore del Portogruarese viene definitivamente assolto. Massimo Zoccolan, imprenditore di Lugugnana di Portogruaro l'11 settembre del 2014 era rimasto vittima di un incidente stradale nel quale subí una gravissima lesione al plesso brachiale sinistro, con conseguente (parziale) perdita dell'uso del relativo arto superiore. Da qui la richiesta di risarcimento di danni ad Axa Assicurazioni, compagnia intervenuta per il danneggiante.
LA QUERELA
Ne era seguita una querela per medici e liquidatori a cui la compagnia assicurativa aveva risposto con una contro-denunciava per frode assicurativa e calunnia, sostenendo che Zoccolan avesse omesso di comunicare un danno pregresso, derivante da un infortunio avvenuto nel 2008; sinistro che, stando all'ipotesi accusatoria, sarebbe connesso con le conseguenze del danno patito nel 2014. Secondo la tesi della compagnia, infatti, " l'infortunio del 2008 era in realtà la causa dei danni richiesti da Zoccolan ad Axa per il diverso sinistro del 2014". Il relativo procedimento penale che ne seguì si concluse con la sentenza del Tribunale di Pordenone con cui lo Zoccolan veniva assolto per il reato di calunnia, e condannato per il reato di truffa assicurativa nei confronti di Axa con la pena di 1 anno e mesi 4 di reclusione, oltre al pagamento di 13 mila euro a titolo di risarcimento del danno e alla rifusione delle spese processuali e legali. Massimo Zoccolan propose l' appello, sostenendo che il sinistro del 2008 nulla avesse a che vedere con il danno al plesso brachiale del 2014, sia per l'assenza di causalità eziopatogenetica (riguardando una zona anatomica, peraltro, completamente distinta), sia perché il danno del 2008, una semplice contusione, era stata valutata dai medesimi sanitari perfettamente guarita senza danni né postumi permanenti né invalidanti. Nel 2021 la Corte d'Appello di Trieste ha assolto Massimo Zoccolan dal reato di frode assicurativa residuo perché il fatto non sussiste, rendendo nulla la condanna al pagamento delle spese processuali, delle spese legali e del risarcimento a favore dell'assicurazione, la quale pertanto dovrà restituire quanto sinora percepito, compreso di interessi. Ma non è finita perché Axa Assicurazioni ha poi impugnato il tutto in Cassazione, atto per il quale la difesa dell'imprenditore di Portogruaro ha depositato memoria difensiva chiedendo il rigetto del ricorso proposto dalla parte civile poiché inammissibile e, comunque, "manifestamente infondato", con ciò richiedendo altresì la conferma della sentenza assolutoria emessa dal giudice di Appello.
I GRADI
Lo scorso 10 marzo la Corte Suprema di Cassazione, Sez. II, ha posto fine alla lunga vicissitudine giudiziaria confermando in via definitiva l'assoluzione di Massimo Zoccolan, condannando Axa Assicurazioni al pagamento di 3 mila euro a favore della Cassa ammende. Ora Zoccolan potrà richiedere ad Axa Assicurazioni il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale derivato dall'incidente del 2014, nonché la rifusione di tutte le spese legali sostenute nei tre gradi di giudizio.
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