Porto di Venezia, arriva il commissario

Martedì 4 Agosto 2020 di Roberta Brunetti
Porto di Venezia, arriva il commissario
VENEZIA - E quattro... Anche ieri - come era già successo per tre volte a giugno - il presidente dell'Autorità di sistema portuale dell'Alto Adriatico, Pino Musolino, non è riuscito a far approvare il bilancio consuntivo 2019 del Porto di Venezia dal Comitato di gestione. I rappresentanti della Città metropolitana, Fabrizio Giri, e della Regione Veneto, Maria Rosaria Campitelli, non si sono infatti presentati, nonostante il parere positivo al bilancio che era arrivato nei giorni scorsi dal Ministero dei Trasporti, motivando la loro decisione con una lettera molto dura nei confronti di Musolino. A questo punto la palla torna nelle mani del Mit. E la prospettiva di un commissariamento del Porto di Venezia diventa concretissima. Il commissario - che non necessariamente sarà lo stesso Musolino - potrebbe essere nominato in settimana, comunque entro ferragosto.

IL NODO DEL CONTENDERE
Una vicenda complicata, che ha portato anche ad un esposto alla Procura presentato proprio da Giri e Campitelli. Tutto ruota attorno al rinnovo della concessione del terminal di Fusina, quello per i traghetti, alla Venice Ro.Port.Mos, del gruppo Mantovani. I due rappresentanti di Città metropolitana e Regione, fin dalla seduta del 18 giugno scorso, avevano votato contro, chiedendo di cancellare i 7 milioni appostati a bilancio per la modifica del Piano economico finanziario (Pef) relativa al Terminal di Fusina. In estrema sintesi, per Giri e Campitelli, quell'operazione sarebbe stata un regalo alla Mantovani. Al contrario, per Musolino, un atto dovuto, rispetto ai precedenti accordi, a vantaggio del Porto. Ora l'ispezione del Ministero ha sostanzialmente promosso il Porto rispetto alla regolarità delle procedure, anche se si è riservata di entrare nel merito, non approvando direttamente il bilancio, ma rinviandolo al Comitato di gestione. Ed eccoci alla riunione di ieri, quando Musolino si è ritrovato al tavolo solo con il comandante della Capitaneria di Porto di Venezia, l'ammiraglio Piero Pellizzari, e due revisori dei conti di nomina ministeriale, Francesco De Nardo e Laura Mazzone. Assenti, come annunciato, Giri e Campitelli. Attesi i canonici 20 minuti, a Musolino non è rimasto altro che dichiarare nulla la seduta per mancanza del quorum.

I PROSSIMI PASSAGGI
E adesso? I diretti coinvolti non commentano. Per Musolino parla un comunicato dell'Aspdmas. «Ogni ulteriore determinazione passa ora nella disponibilità del superiore Ministero vigilante - si legge -. Quest'ultimo si era già espresso positivamente, a seguito di un'attenta attività ispettiva, sulla regolarità del bilancio presentato per l'approvazione non potendosi affermare che il bilancio ... presenti delle criticità, segnalando inoltre che le motivazioni contrarie addotte dai rappresentanti della Città Metropolitana di Venezia e della Regione per la modifica del bilancio, con lo stralcio di un residuo passivo, avrebbero rappresentato un'operazione contraria ai principi contabili perdurando l'attualità del vincolo giuridico sottostante, andando ad alimentare un debito fuori bilancio». Questa l'interpretazione del presidente. Molto diversa quella di Giri e Campitelli. Nella lettera in cui annunciano la loro non partecipazione alla seduta, spiegano che le conclusioni dell'ispezione ministeriale non cambiano la «questione sostanziale» oggetto di censura. «La coscienza di pubblici rappresentanti e il rispetto della comunità portuale» gli impongono di insistere per lo stralcio della modifica della concessione che - aggiungono - potrebbe essere posta nella «diretta responsabilità» del presidente, in base ad un'apposita procedura prevista per questo tipo di debiti. Ancora: ricostruiscono come questa «macroscopica modifica» del project a favore della Mantovani non abbia avuto una istruttoria preventiva, ma sia stata decisa da Musolino senza confronto interno. 

La lettera si sofferma anche sullo scontro in corso tra il presidente e il segretario generale, Martino Conticelli. Notizia che non è stata comunicata da Musolino al Comitato, che l'ha appresa dalla stampa, riprova dell'assenza di quel «rapporto fiduciario tra componenti di un organo della pubblica amministrazione». Anche in questo caso l'interpretazione di Musolino è opposta. La nota dell'Aspdmas spiega come non essendoci stato alcun «atto amministrativo» a riguardo, non poteva esserci comunicazione in Comitato.
Ultimo aggiornamento: 19:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci