Sul porto di Venezia l'ombra del commissariamento: e spunta il nome di Zeno D'Agostino

Domenica 21 Giugno 2020 di Elisio Trevisan
Il poPorto di Venezia a rischio di commissariamento
MESTRE - Dopo la bocciatura del Bilancio consuntivo da parte dei rappresentanti di Regione e Città metropolitana di Venezia nel Comitato di gestione portuale, se si escludono i messaggi di solidarietà giunti da varie parti della società civile e della politica, a favore del presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale (Adspmas) Pino Musolino c'è stata una sola vera presa di posizione di sostanza: quella del sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Salvatore Margiotta, che ieri lo ha difeso a spada tratta: «Escludo che si possa anche solo pensare di commissariare un porto rilevante come Venezia, e un presidente che ha lavorato bene, per assurdi tatticismi politici».

LE CONSULTAZIONI
Tatticismi o no, se ha preso posizione solo Margiotta (esponente del Pd originario di Potenza), che pure è sottosegretario al Ministero che conta in questo frangente, è un po' poco per dire che il commissariamento non ci sarà. Il ministro Paola De Micheli non ha proferito verbo. E invece il ministero dei Trasporti è intervenuto subito per difendere il presidente dell'Autorità portuale di Trieste, Zeno D'Agostino, che nei giorni scorsi l'Autorità nazionale anticorruzione ha dichiarato decaduto per inconferibilità dell'incarico: il Ministero ha annunciato che impugnerà al Tar del Lazio la sentenza dell'Anac, affiancando D'Agostino.
In realtà, pare, il ministro De Micheli si è interessato anche alla questione veneziana, discutendone al telefono con il governatore Luca Zaia e il sindaco Luigi Brugnaro i quali le hanno ribadito di aver lasciato piena libertà d'azione ai propri rappresentanti al Porto, Zaia aveva anche aggiunto «se i bilanci sono buoni si approvano» facendo intendere che, evidentemente, Maria Rosaria Campitelli (che, con Fabrizio Giri per la Città Metropolitana, siede in Comitato di gestione portuale) aveva le sue buone ragioni nel votare contro il Bilancio. L'ipotesi emersa sarebbe quella di un commissariamento per 6 mesi al massimo (che il ministro potrebbe affidare, sentendo Zaia, proprio a Zeno D'Agostino, almeno secondo voci romane), così da dare continuità alle attività dei due scali di Venezia e di Chioggia: in tal modo, dopo le elezioni amministrative Paola De Micheli concorderà con il governatore veneto il nome del nuovo presidente.
Intanto sui botta e risposta tra i due rappresentanti di Regione e Comune e il presidente Musolino, si aggiunge un'altra puntata dopo che ieri sono apparse su Il Gazzettino le nuove dichiarazioni del presidente dell'Adspmas. Nuovi documenti che aprono prospettive diverse sulle dichiarazioni di Musolino. Il presidente, in primo luogo, aveva detto che la questione del Terminal delle autostrade del mare di Fusina, costruito da Ve.Ro.Port.Mos. del Gruppo Mantovani per le navi traghetto, non c'entrerebbe nulla tecnicamente con la votazione negativa del Bilancio consuntivo, e inoltre che la bocciatura bloccherebbe le erogazioni a sostegno dei lavoratori portuali in cassa integrazione e la riduzione dei canoni di concessione ai terminal e agli altri operatori. Musolino infine aveva sostenuto che è un controsenso bocciare un bilancio che è stato, invece, approvato a pieni voti dal Collegio dei Revisori dei conti e dai Ministeri competenti. Riguardo al riequilibrio del Pef, il Piano economico per Fusina, le dichiarazioni di voto di Campitelli e Giri, in realtà, dicono che c'è un contrasto tra il Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2019, nel quale appaiono 7 milioni di euro da pagare (dei 9 assegnati a Ve.Ro.Port.Mos.), e la delibera di riaccertamento dei residui, nella quale non si evidenzia né un residuo iniziale passivo né uno finale passivo come dovrebbe, pertanto si evidenzia una palese difformità tra documenti costituenti la complessiva documentazione del Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2019. 

I DOCUMENTI
Inoltre il decreto 34/2020 Rilancio Italia citato da Musolino per affermare che verranno bloccate le erogazioni ai lavoratori e le riduzioni dei canoni, non evidenzia legami con la mancata approvazione del Bilancio e quindi, in base all'articolo 199, sembra che l'Autorità possa dare i 60 euro ad ogni dipendente relativamente a ciascuna minore giornata di lavoro, e possa pure procedere con la riduzione dei canoni. Quanto all'approvazione del Bilancio a pieni voti, infine, quest'ultimo consuntivo ha ottenuto l'ok del Collegio dei Revisori dei conti e dei Ministeri, come anche quello del 2017 (quando Musolino fu nominato al Porto) effettivamente venne approvato all'unanimità, ma quello del 2018 (quando, a luglio, sorse la questione Fusina), da approvare entro aprile 2019, venne approvato con il solo voto favorevole del presidente (assente Campitelli, astenuto Giri, mentre il comandante della Capitaneria non vota il Bilancio).
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