VENEZIA - Si è spento a 94 anni Loreto Pea, il poliziotto eroe che nel 1972 aveva sventato quello che poteva essere un attentato alla stazione di Venezia. Erano gli "anni di piombo", una delle pagine più buie della storia italiana, con episodi drammatici, dal rapimento del presidente Aldo Moro ai sanguinosi attentati a dirigenti d'azienda, giornalisti, politici.
«Una telefonata anonima racconta Raffaella Pea, figlia del poliziotto avvertì la polizia che a bordo del treno c'era una bomba. Il treno fu subito fermato, i passeggeri a bordo fatti scendere tutti. Papà salì sul treno insieme ad un collega e cominciò ad ispezionare i vagoni. Fino a quando in una carrozza fu rinvenuto l'ordigno, inesploso, che venne fatto rimuovere». Loreto Pea era salito a bordo del treno con sprezzo del pericolo, l'ordigno sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro, nessuno sapeva cosa avevano programmato i terroristi. Per questo suo comportamento coraggioso, messo in pratica per la tutela dell'incolumità pubblica e, più in generale, nel rispetto della democrazia, Pea era stato insignito di un encomio solenne. Era originario di Balsorano, piccolo comune in provincia dell'Aquila, che si trova all'interno del parco nazionale dell'Abruzzo. Dopo essere entrato in Polizia, nel 1951 aveva preso servizio alla stazione, nel reparto operativo della Polfer di Venezia, al binario 1 della stazione ferroviaria. Vi era rimasto fino a quando andò in pensione. Lavorando per decenni alla tutela della sicurezza delle migliaia di viaggiatori, pendolari e turisti che ogni giorno affollano quello che è uno degli snodi ferroviari più importanti d'Italia. Nel frattempo si era sposato con una giovane donna originaria di Cessalto. Loreto Pea, pur essendo un uomo delle montagne, amava tantissimo Venezia.
Giunta l'età della pensione si era spostato nell'entroterra, scegliendo di vivere a Gorgo al Monticano, vicino alla famiglia della moglie. Il funerale avrà luogo lunedì alle 10 nella chiesa parrocchiale dei Santi Ippolito e Cassiano. Rosario domani alle 19.30. Lascia le figlie Cristina e Raffaella, il genero Roberto, i nipoti.
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