Sei fratelli e l'azienda nata in un garage di Scorzè: ora hanno 170 dipendenti e 40 milioni di fatturato

Domenica 7 Aprile 2019 di Vittorio Pierobon
Sei fratelli e l'azienda nata in un garage di Scorzè: ora hanno 170 dipendenti e 40 milioni di fatturato
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L'avventura dei Pizzolato «nata per gioco»: negli anni 70 in un garage di Scorzè producevano chiodi e punti per graffettatrici Ora hanno un'azienda «modello famiglia« (ma con 170 dipendenti e 40 milioni di fatturato) e realizzano profilati metallici «Può sembrare un luogo comune, ma i dipendenti sono per la maggior parte i nostri amici: ci conosciamo fin da ragazzi».

LA STORIA
Negli anni Cinquanta c'erano i quattro fratelli Benetton che, in un magazzino a Ponzano Veneto, coloravano maglioni. Una storia di successo che tutti conoscono. Negli anni Settanta c'erano i sei fratelli Pizzolato che, in un garage di Scorzè, producevano chiodi e punti per graffettatrice. Una storia di successo che pochissimi conoscono. Un'altra famiglia del modello Nordest: casa e lavoro. Anzi lavoro in casa, come racconta Graziano Pizzolato, direttore generale della Piemme, ma in realtà primus inter pares: «Tutto è cominciato nel magazzino  della casa di famiglia a Scorzè, io e mio fratello Renzo ci divertivano a giocare con tornio e fresa, provando a modellare oggetti. Siamo partiti dal piccolo: graffette per le macchinette cucitrici, che allora erano una grande novità di successo, e chiodi da battere con il martello. Dal gioco siamo passati agli affari: abbiamo visto che realizzando uno stampo si potevano produrre chiodi in serie e si potevano vendere bene. E ci siamo dati da fare». Nel linguaggio low profile, che è la cifra dei fratelli Pizzolato, ci siano dati da fare vuol dire essere diventati una delle aziende leader mondiali nella realizzazione di profilati metallici. 

LO STABILIMENTO
La Piemme, Pizzolato macchine, produce e installa qualsiasi componente metallica di un macchinario, o di una struttura rigida. Per un profano non è facilissimo mettere a fuoco di cosa stiamo parlando, ma se ci guardiano attorno, ci rendiamo conto che viviamo circondati da macchinari che sono formati dall'assemblaggio di numerosi pezzi, una sorta di grande puzzle. La Piemme produce i pezzi per il puzzle. Qualche esempio: le fiancate dei pullman spagnoli della Irizar, i cerchioni per biciclette prodotte in Guatemala, un tipo di scocche per la Mercedes, i pali di sostegno per i vigneti (2,5 milioni di pezzi all'anno), le casse da morto zincate, manici di scopa, longheroni per i camion, curvature per le grondaie, porte blindate, scaffalature. Un campionario infinto. «Possiamo stampare qualsiasi oggetto in metallo che abbia almeno un centimetro di spessore», sintetizza il direttore. Ogni anno vengono lavorate 30mila tonnellate di acciaio ed esportate in tutto il mondo sotto forma di profilato.
«L'acciaio è un materiale ecologico - chiosa Graziano - non si butta niente e può essere riciclato all'infinito». Il garage di Scorzè da tempo è stato abbandonato. «Abbiamo capito che non andava più bene - scherza Pizzolato - quando dovevamo realizzare dei tiranti per il palazzetto dello sport di Forno di Zoldo. Abbiamo dovuto abbattere un muro e sconfinare nel campo del vicino. Era tempo di allargarci».

LA GRANDE CRESCITA
La nuova sede dell'azienda, che ha circa 170 dipendenti ed un fatturato di 40 milioni annui, è ora a Salzano. Stabilimento moderno, apparecchiature sofisticatissime, ma conduzione ancora familiare: 5 fratelli (il sesto è morto cinque anni fa) al timone e 11 figli inseriti in azienda in vari ruoli per fare la gavetta. Graziano, 57 anni, è il direttore, Renzo, 62 si occupa dell'area progettazione, Paolo 59, del settore vendite, Anna 55 cura la parte contabile e l'amministrazione, Giorgio 51 è il legale rappresentante. Una gestione in perfetta armonia: questo è uno dei segreti del successo.
«Può sembrare un luogo comune - spiega Graziano - ma questa è davvero una grande famiglia. La maggior parte dei dipendenti sono anche nostri amici, persone che frequentavamo fin da ragazzi. Un po' alla volta li abbiamo assunti. Io conosco quasi tutti per nome, molti mi danno del tu. Parliamo in dialetto, anche se poi i contratti si scrivono in inglese. Sarà per questo clima di amicizia, ma in quarant'anni non c'è mai stata un'ora di sciopero. E io non ho mai messo nessuno in cassa integrazione». A dar manforte al fratello arriva Anna, la contabile: «Bisogna aggiungere che cerchiamo di trattare i nostri dipendenti nel migliore dei modi. Qui non esiste paga base e cerchiano di incentivare la professionalità e aiutare le famiglie. Ci sono bonus per chi ha figli, incentivi per i risultati scolastici fino alla laurea. Premi legati agli obiettivi raggiunti. E se c'è chi ha qualche problema familiare cerchiamo di aiutarlo. Non possiamo mai dimenticare che se siamo a questo livello lo dobbiamo agli operai che hanno lavorato al nostro fianco».

GLI AIUTI AL PAESE
Un quadretto da Mulino Bianco, ma è davvero questa l'aria che si respira a Salzano attorno alla Piemme, un punto di riferimento per l'intero paese. Anche il palazzetto dello sport si chiama PalaPiemme. «Lo abbiamo costruito noi e regalato al Comune - racconta con orgoglio Graziano - io credo che un'azienda non sia un'isola a sé. Noi diamo molto a Salzano, ma abbiamo anche ricevuto e non dobbiamo dimenticare che arrechiamo anche qualche disturbo. Non fosse altro per le centinaia di bilici che arrivano trasportando l'acciaio. Il palazzetto è un segno di gratitudine verso il Comune che ci ha sostenuto nella crescita dell'azienda. Ma è un regalo anche per i nostri dipendenti che una volta alla settimana possono usufruire dell'impianto». Quasi tutte le società sportive del territorio ricevono un contributo, altrettanto per le associazioni culturali e la parrocchia. «Se chi lavora con noi sta bene, sarà più sereno anche in fabbrica e renderà meglio».

L'ANNIVERSARIO
A proposito di regali, nel 2017, in occasione dei quarant'anni della Piemme, i Pizzolato hanno aperto la fabbrica a tutti: una giornata di visite guidate e uno spettacolo di Simone Cristicchi, che ha raccontato alla sua maniera la guerra dei nostri nonni. Tra il pubblico buona parte della gente di Salzano. E qualche momento di commozione. «Il racconto di Cristicchi colpiva al cuore. Tutti noi dobbiamo qualcosa ai nostri nonni che hanno fatto la guerra e ci hanno consegnato un Paese libero - dice Graziano Pizzololato - Io non posso dimenticare che i miei genitori hanno ipotecato la casa per aiutarci nei primi anni dell'azienda. E non posso dimenticare che i miei nonni, vivevano in campagna nella condizione dei servi. Neanche contadini, servi. Senza il loro sacrificio non ci sarebbe nemmeno la Piemme». Che invece è ben solida con buone prospettive per il futuro: ha appena ottenuto un'importante commessa dalla Russia e il consiglio di famiglia ha deciso di dare il via ad un investimento da 6,5 milioni per realizzare un magazzino automatico capace di stoccare fino a 30mila pallet. I clienti non dovranno più preoccuparsi di immagazzinare la merce: la Piemme evade l'ordine, realizza il profilato richiesto, lo parcheggia in magazzino ed effettua la consegna a rate, quando il cliente ha bisogno del prodotto. «Se vuoi stare sul mercato, devi sempre pensare a qualcosa di nuovo», spiega Graziano. Per i fratelli Pizzolato crescere è un chiodo fisso.
Vittorio Pierobon
(vittorio.pierobon@libero.it)
Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 09:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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