Luca, 25 anni: «Urinavano sul ponte, ci hanno picchiato a sangue per averli rimproverati» Video

Martedì 23 Febbraio 2021 di Tiziano Borzomì
Luca Fornasier e il luogo dell'aggressione
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VENEZIA  - Una violenza folle, figlia dell'alcol, ma non solo, nei confronti di due persone che hanno avuto la sfortuna di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato, ma soprattutto il senso civico di intervenire nei confronti di una terzetto di ragazzi scatenati, pensando che un posto come Rialto, in pieno centro, potesse essere sicuro alle 7 di sera. Luca Fornasier, 25enne, è direttore di un tour operator.

Suo il video denuncia in facebook.


Luca, come è andata?
«Erano le 18.50 quando ho visto che nel sotoportego  tre ragazzini si sono messi a urinare sul ponte. All'inizio non sentivo bene cosa stesse accadendo, perché stavo per avviare il tour virtuale con alcuni clienti e avevo le cuffie, però ho pensato di intervenire». 
Quindi, cos'ha fatto? 
«Li ho avvisati di non fare pipì, anche perché ci sono le telecamere, li avrebbero ripresi e comunque ci sono pattuglie che girano di ronda». 
Come hanno reagito? 
«A insulti. Mi hanno detto che sono il classico veneziano che ce l'ha con chi viene da fuori, come loro che vengono da Mira (in realtà le forze dell'ordine appureranno in un secondo momento che i tre sono di Mirano, ndr). Mi hanno minacciato che mi avrebbero urinato in bocca. A quel punto mi sono girato e mi sono occupato del mio lavoro, senza pensare ai tre ubriachi». 
In quel momento sono giunti i carabinieri, corretto? 
«Sì, una pattuglia composta da due uomini e una donna, ne ho approfittato per avvisarli che questi mi avevano insultato e non mi sentivo sicuro, mettendo in pausa il virtual tour per qualche secondo. Mi hanno rassicurato e quindi ho ripreso a parlare con i clienti». 
Però non era finita lì. 
«No, dopo qualche secondo uno dei tre si è avvicinato verso di me, i carabinieri non c'erano più, e mi ha detto che seppur ubriachi sapevano quello che stavano facendo e mi hanno accusato di aver chiamato le forze dell'ordine. Cosa che non potevo fare perché avevo il telefono in uso con i clienti. A quel punto mi ha spintonato e, cadendo, mi sono aggrappato a lui che è caduto sopra di me, ha iniziato a tirarmi pugni, ma per fortuna il piumino ha attutito i colpi». 
Poi?
«Sì, un signore di 50 anni, che non vuole comparire, si è messo in mezzo da padre, portandoli via da me. Nel frattempo mi son scusato con i clienti, ma avevo il cuore a mille. Dopo poco mi sono accorto che l'uomo era per terra con la bocca insanguinata e un dito rotto». 
Cos'è successo?
«Mi ha raccontato l'accaduto perché non c'ero. L'uomo ha alzato la voce e uno dei tre ha risposto con un pugno in bocca, facendolo cadere su una vetrina. A quel punto son arrivato da lui e ho visto che stava chiamando qualcuno, non so se carabinieri o sanitari, però ho parlato io perché non stava bene. Una famiglia si è fermata per soccorrerci, però lui ha preferito andare in ospedale da solo, senza attendere l'ambulanza. Poi ho chiesto scusa ai clienti del tour e ho terminato». 
Con le forze dell'ordine com'è andata? 
«Devo ringraziare la polizia locale, sono stato in centrale al Tronchetto fino alle 3, so che li hanno presi in poco tempo, quindi hanno fatto un buon lavoro. Sono stati anche molto gentili perché mi hanno riaccompagnato a piedi a casa mia».
Ha sentito il 50enne picchiato? 
«L'ho sentito. Abita anche lui in centro, ci siamo detti che non si può andare avanti così, questo non è turismo. Infatti, non voglio polemizzare, ma fiumi di gente ubriaca fanno il bene di questa città?». 
Da guida, come si sente?
«Essere aggredito finché si svolge il proprio lavoro non è bello. Indosso sempre il patentino, si vede che sto lavorando, ma mi capita molte volte che ci sia chi mi spintona o si mette in mezzo al telefono finché riprendo. Così non si può andare avanti». 

Ultimo aggiornamento: 13:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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