Il direttore generale dell’Ulss 3: «Picco dei contagi ancora da raggiungere, non si arresta l'allarme sanitario»

Mercoledì 2 Dicembre 2020 di Nicola Munaro
Il direttore generale dell’Ulss 3: «Picco dei contagi ancora da raggiungere, non si arresta l'allarme sanitario»

VENEZIA - Ancora 8 morti, ma nessun ricovero con un calo dei pazienti in Terapia intensiva: 58 (-3). E una frenata netta dei contagi, passati, a livello provinciale, dai +417 di lunedì ai +286 di ieri per un bollettino che ha spaventato di meno. «Ma - stoppa subito ogni altro tipo di ragionamento il direttore generale dell’Ulss 3, Giuseppe Dal Ben - non abbiamo ancora raggiunto il picco nel nostro territorio, anche se può sembrare. Stiamo attraversando una fase di altalena: m’ero illuso attorno al 21 novembre, poi la curva è tornata a salire, così come i ricoveri». Una costante per tutti il mese di novembre, il peggiore per il Veneziano, nel quale - in area metropolitana - si sono registrati 247 morti. «Abbiamo una popolazione molto anziana, un tasso importante di vecchiaia e questo può pesare - ammette Dal Ben -. Gran parte dei decessi sono di anziani ma ci sono anche cinquantenni e sessantenni. Il tema è lo stesso: quando il coronavirus batte, batte anche pesante». Lo dimostrano i numeri delle case di riposo, più contagi ora che mai. Così come la positività del 18% sul numero dei tamponi totali e un dato lapalissiano: in media, ogni giorno, il 7% dei nuovi positivi entra direttamente in ospedale.
Nell’Ulss 3 sono 16.314 i casi da inizio pandemia (21.806 a livello provinciale), 8.146 gli attualmente positivi (11.391 nell’area metropolitana) e ci sono stati 544 decessi: 630 in tutto il Veneziano. I ricoverati negli ospedali dell’azienda Serenissima sono 380, di cui 41 in Terapia intensiva. 
«È un quadro importante per le positività e altrettanto importante per i ricoverati - avverte Dal Ben - Abbiamo 130 casi attualmente positivi ogni 10mila abitanti. Siamo in una situazione di non stabilità e di continui positivi che scopriamo con i tamponi». L’effetto, per il dg, è dirompente: «centinaia di positività generano decine di ricoveri che a loro volta generano unità in più nelle terapie intensive - ragiona Dal Ben -. La Terapia intensiva di Mestre è la più impegnata, Dolo non è stata lasciata sola come struttura Covid anche perché se è vero che gli ospedali non sono in sofferenza, 41 ricoverati in Terapia intensiva non sono cose da poco» in una Ulss in grado di arrivare a 101 posti letto di rianimazione.
«I ricoverati - spiega ancora il capo della sanità veneziana - sono gravi o molto gravi». Quello che più impressiona è il dato dei nuovi accessi, il 7% dei nuovi positivi entra in ospedale con un picco toccato il 23 novembre, quando è entrato in struttura il 23% dei nuovi positivi. Statistiche alla mano, in media ogni giorno, per Covid, entrano 23 persone e ne escono 21. «Il dato ci deve far pensare, dobbiamo lavorare tutti per invertire la rotta e se vogliamo che il sistema ospedaliero risponda in maniera adeguata», avverte. 
Nella prima ondata l’apice era stato toccato il 14 aprile: il 9% degli ospiti positivi aveva fatto schizzare l’Ulss 3 in testa alla classifica dei territori con il maggior numero di anziani contagiati nelle case di riposo. Da quel giorno era iniziata una lenta discesa della curva che ora ha ripreso a salire. A ieri risulta affetto da coronavirus il 9,71% degli ospiti: 310 su 3.192. «La situazione è diversa - spiega il dg - Rispetto alla prima ondata ci sono casi in tante strutture invece che grandi focolai in poche residenze». Preoccupano però gli operatori, in parte salvati nella prima ondata: ora sono positivi al virus 162 su 3.551, il 4,56%.
Il Covid ha fatto crollare gli accessi per i codici bianchi e verdi nei Pronto soccorso dell’Ulss 3: «È stato accolto il nostro appello - analizza Dal Ben -.

Bisogna continuare ed essere più rigorosi per arrivare alla data di un vaccino in maniera meno dannosa e traumatica possibile. A dicembre? Mi aspetto un calo, il picco che ancora non c’è e la discesa. Se stiamo attenti riusciremo a diminuire l’Rt veneto, tra i più alti in Italia». Ma, pare, essere veramente l’ultima chiamata.

Ultimo aggiornamento: 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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