Crisi nel settore della pesca, incontro al mercato ittico: «Mangeremo le meduse»

Sabato 24 Settembre 2022 di Diego Degan
CHIOGGIA Incontro al mercato ittico all'ingrosso sull'alimentazione del futuro
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CHIOGGIA - Se le “granseole” sono quasi scomparse e le meduse sono sempre di più, perché non pescare e mangiare le meduse? Sul filo della logica, la risposta è scontata (si mangino le meduse, dunque!) ma, nella pratica, è un po’ più difficile: si tratta di superare usi e costumi secolari e una certa sensazione di estraneità, per così dire, che i “novel food” (insetti e altre prelibatezze) scatenano al primo assaggio. Ma potrebbe essere una strada obbligata o, almeno, conveniente, per rispondere ai bisogni alimentari del mondo e per limitare la diffusione delle specie aliene che stanno invadendo i nostri mari, prima ancora che le nostre terre. Se ne è parlato ieri, al Mercato ittico all’ingrosso, nel corso dell’incontro organizzato da Alpaa (Associazione produttori agroalimentari ambientali, un “ramo” della Flai-Cgil) dal titolo “Resilienza del comparto pesca: nuovi sbarchi e opportunità per la filiera agroalimentare”. 
 

ADATTAMENTO
La resilienza è la capacità di adattarsi alle mutate condizioni e come le cose siano cambiate per i pescatori di Chioggia, lo ha ricordato il direttore del Mercato ittico, Aldino Padoan, citando caro gasolio, mucillagini e cambiamenti climatici, nonché la necessità di un nuovo polo ittico per la flotta chioggiotta che conta quasi 300 pescherecci e con un fatturato di circa 800 milioni di euro.

A testimoniare l’adattamento dei pescatori locali è stato, invece, Elio Dall’Acqua, uno dei primi a raccogliere rifiuti in mare, animatore delle proteste di quest’anno della categoria, nonché organizzatore della riduzione spontanea dello sforzo di pesca che ha permesso alle barche chioggiotte di resistere all’aumento dei costi di produzione. Ma Ercole Mete, coordinatore di Alpaa, ha ricordato come altre marinerie (Mazara del Vallo, Eolie, Palermo) abbiano pagato prezzi altissimi alla crisi del settore e come questa crisi sia ancora in corso.

L’invasione dei nostri mari, sempre più caldi, da parte di specie aliene, è solo uno degli effetti. E le meduse, in questa invasione, si distinguono per prolificità e quantità. Roberto Odorico, biologo marino, e Sasha Raicevich, ricercatore Ispra, ne hanno illustrato le caratteristiche invasive, spiegando che il mare si sta adattando e lo stesso devono fare gli uomini. L’idea di usare le meduse come cibo è stata quindi sottoposta agli insegnanti e agli allievi della scuola Ismi (Istituto superiore per il made in Italy) di Padova che ne hanno ricavato un intero menù, dall’antipasto al dolce e del quale una selezione, la cui preparazione è stata affidata alla pasticceria Scapinelli, una delle più “tradizionali” di Chioggia) che ha servito ai partecipanti alla riunione deliziosi pasticcini in perfetto equilibrio tra dolce e salato. Del resto, un altro “invasore”, il granchio blu è già commercializzato al Mercato ittico e vogliamo ricordare che la vongola filippina, trapiantata in laguna negli anni ‘80, non è affatto “nostrana”? 
 

Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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