VENEZIA - Nuova maxi inchiesta per i gravi danni ambientali alla laguna di Venezia e i pesanti rischi alla salute pubblica provocati dall’attività di pesca abusiva e successiva commercializzazione di molluschi provenienti da zone proibite in quanto fortemente inquinate.
La Procura di Venezia ha messo sotto inchiesta 125 vongolari e sei società che commercializzano prodotti ittici, delle province di Venezia, Rovigo e Ferrara, e nei giorni scorsi ha notificato loro la chiusura delle indagini preliminari, la procedura che normalmente precede la richiesta di rinvio a giudizio. Gran parte degli indagati sono di Chioggia e Porto Tolle. Per 34 di loro l’accusa è anche di associazione per delinquere: secondo il pm Giorgio Gava, infatti, avrebbero messo in piedi una vera e propria organizzazione per evitare i controlli delle forze dell’ordine, grazie a “pali” il cui ruolo era quello di avvisare in anticipo i pescatori abusivi dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Nel 2015, una precedente indagine su episodi analoghi, denominata “laguna reset” si concluse con 110 patteggiamenti. Il processo con rito ordinario si concluse invece con l’assoluzione di una quarantina di pescatori, la cui posizione a novembre verrà presa in esame dalla Corte d’appello.
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