VENEZIA - Non si deve retrocedere dal «bene fondamentale della libertà religiosa»: così il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia motiva la propria preoccupazione per quella che è già stata definita la legge veneta "antimoschee". Il riferimento, sottolinea in un intervento uscito su Gente Veneta, è alla proposta che arriverà il 5 aprile in consiglio regionale veneto sulla «modifica alla legge sul governo del territorio» che punta a introdurre una nuova normativa per la realizzazione di edifici per servizi religiosi e «il loro inserimento omogeneo» negli strumenti urbanistici dei comuni.
«L'esercizio, anche pubblico, della fede è valore civile ed ecclesiale - sostiene il Patriarca - che permette a tutti di esprimersi rispettando le altrui convinzioni». Moraglia afferma di comprendere come «il contesto attuale sia complesso e frammentato e, per questo, richieda molte attenzioni». «Si esigano pure le giuste forme di tutela e di garanzia, si richieda un forte senso di responsabilità e di rispetto da parte di tutti, anche un senso più vivo della legalità - chiarisce - ma non si retroceda dal principio irrinunciabile della libertà religiosa».
Legge "antimoschee", il Patriarca:
«Va contro la libertà di religione»
Sabato 2 Aprile 2016
Per il prelato, «la libertà religiosa, rispettosa della coscienza altrui e amante delle buone regole del vivere civile, deve oggi più che mai essere potenziata. Non restringiamone i confini».