Povertà, interviene il Patriarca:
«Attenti a chi strumentalizza»

Venerdì 29 Agosto 2014
(archivio)
51

VENEZIA - «Penso che c'è da una parte la povertà di chi chiede, la povertà di chi strumentalizza una situazione di bisogno ma anche la necessità di chi lavora onestamente, pagando anche le tasse, di aver diritto di lavorare con quella serenità e tranquillità che credo debba appartenere a tutti». Così il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia prende posizione, nel corso di una visita alla mensa dei poveri di Mestre, sui cartelli esposti da alcuni commercianti che invitano a non fare l'elemosina ai mendicanti di strada.

Alla domanda su come si faccia a capire, allora, dove stia la vera carità, monsignor Moraglia non ha esitazioni: «La carità è anche un atto di responsabilità, quindi anche di discernimento. Bisogna partire dal presupposto che chi incontro ha bisogno. È vero però che la natura umana e anche i traffici umani si inseriscono sempre e soprattutto nelle situazioni di bisogno. Vedi anche il mercato degli esseri umani per la parte che arriva dall'Africa sulle nostre coste».

Don Gianni Antoniazzi, parroco di Carpenedo: «La carità sta nella crescita della persona amata - scrive - Dare un euro a questi tali è assecondare il loro capriccio e la loro pigrizia: non c'è nulla di evangelico, e questo è il pensiero del parroco. Se queste persone vengono è perché qui trovano. Per piacere smettiamo di sostenerli in questo modo».

Per il Patriarca Moraglia «certamente la carità è un atto di responsabilità, in cui la persona deve valutare e discernere», tenendo presente che «si deve sempre partire dal presupposto che la persona che incontro ha bisogno di aiuto. Poi è vero che certi traffici si possono inserire in queste situazioni di bisogno. E allora la persona deve valutare perché esiste una sorta di industria dell'accattonaggio, soprattutto quando vengono coinvolti bambini, minori, portatori di handicap. C'è la povertà di chi chiede e la povertà di chi strumentalizza una situazione di bisogno».

Tutto questo, sottolinea, ci deve far riflettere ma non «manlevare dalle responsabilità comunque di aiutare. Ci sono delle istituzioni non solo cristiane, oltre alla Caritas e alle parrocchie, che fanno dei servizi di aiuto. Chi vuole contribuire può farlo». «L'importante - conclude - è non avere l'alibi di chi dice "nel dubbio non faccio niente", mentre invece nel dubbio sono spronato a valutare e discernere, assumendomi una responsabilità e dare un aiuto laddove so che certamente può dare frutti».

Ultimo aggiornamento: 22:44

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci