La pasta veneta che piace tanto al principe William: quanto costa e chi l'ha inventata

Lunedì 11 Gennaio 2021 di Claudio De Min
La pasta veneta che piace tanto al principe William: quanto costa e chi l'ha inventata
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Chioggiotto, residente a Padova: Federico Menetto è l'anima del progetto UNO.61: un formato di paccheri di qualità e digeribilità che nella versione chic si presenta in un contenitore in stoffa disegnato da un sarto pugliese. Fra i suoi clienti il principe William.


Pasta veneta


Si chiama UNO.61, è una pasta prodotta in Puglia ma l'idea è di un chioggiotto e la base operativa a Padova. E proprio in questi giorni di bilanci e classifiche, ha ricevuto la benedizione di Forbes che l'ha piazzata addirittura al primo posto fra le eccellenze food italiane del 2020, in una classifica che vede al quarto posto la piemontese Agrimontana (marmellate, miele, canditi), al quinto l'Agroittica Lombarda di Calvisano (Bs), con il suo pregiatissimo caviale sostenibile, al sesto la toscana Amedei, icona del cioccolato, al settimo Baladin e le sue birre di alta qualità, al decimo Carpano, marchio storico dei liquori di spezie, erbe aromatiche e botaniche, all'undicesimo la distilleria Castagner di Vazzola (Tv).


Federico Menetto

Una realtà davvero unica, e che vale la pena di farsi raccontare proprio dal suo fondatore, Federico Menetto, chioggiotto di nascita e padovano di adozione: «Qualche anno fa ho cominciato a non tollerare più la pasta, un guaio per uno che la pasta la adora.

Io sono di Chioggia e da noi la pasta è immancabile in tavola. Così ho cominciato ad eliminare il consumo al ristorante e poi a casa, dopo aver provato decine di produttori artigianali con scarsi risultati mi è venuta l'idea far produrre una pasta controllando la filiera e garantendo, a me stesso e ai clienti, massima digeribilità, basso picco glicemico e un gusto all'altezza della tradizione italiana». A chi è ispirato questo progetto? «Ai grandi innovatori food veneti, e in particolare a Bepi Da Re, recentemente scomparso. Poi mi sono affidato a Raimondo Mendolia, maestro pastaio pugliese che ha progettato e realizzato questo formato unico con una selezione del miglior grano duro italiano, trafilata in oro per garantire il rispetto dell'impasto e la nascita di una pasta ruvida e porosa, tenace e profumata, capace di accogliere e trattenere il sugo. L'entusiasmo con cui prima le mie bambine e poi io stesso siamo tornati a mangiare la pasta, mi ha convinto a fare qualche lotto per la mia famiglia e il mio nutrito network di buongustai. Ora siamo al tredicesimo lotto, e ogni nuovo lotto si è esaurito grazie al passaparola».

Packaging
 

E poi c'è un packaging così particolare da diventare un raffinatissimo regalo. 
«Tutto è nato perché un giorno questa pasta è arrivata a portata di forchetta di Angelo Inglese, il famoso sarto di Ginosa. Preso dall'entusiasmo mi ha chiesto di vestire lui ogni pacco con le sue stoffe, cucite a mano, una ad una. Stiamo parlando di una sartoria che veste grandi figure mondiali, ed è famosa nel mondo per le sue camicie e gli abiti da uomo, ha vestito Trump nel giorno del suo insediamento alla Casa Bianca e cucito la camicia del principe William per il Royal Wedding. Così è nata la startup, UNO.61, da una semplice idea che inconsapevolmente ha chiamato in causa sartoria, design e food, per un progetto tutto italiano».
E, dunque, i tessuti di Angelo Inglese fanno da scrigno alla pasta, sposando in pieno la causa del recupero e della sostenibilità, e si presentano volutamente fantasiosi, uno diverso dall'altro: ritagli di camicie cuciti completamente a mano e chiusi con bottoni in puro corozo.

Prezzi

Infine, prima o poi dovevamo arrivarci, veniamo alle note... dolenti: il costo è infatti di 15,90 euro per la confezione da 500 grammi, quasi 32 euro al chilo, però, attenzione, solo nella versione deluxe, dunque con la sua camicia su misura. Non a buon mercato ma decisamente meno cara se invece la si acquista sciolta, cioè senza il vestito: in questo caso il prezzo scende a 14 euro al chilo, in pratica 1,50 euro a porzione, un lusso alla portata di tutti. E scende ancora (9 euro) con la terza opzione, chiamata IN FORMA, una specie di abbonamento mensile (vedere su www.1punto61.store/).


Spiega Menetto: «Il costo sembra elevato se lo confronti con il mercato della pasta e non con la qualità analoga in altri prodotti come vino, panettoni, salumi etc In fondo il costo per una porzione abbondate (120 grammi) è al di sotto di 1,5 euro, praticamente quanto un cappuccino, per un pasta di alta qualità. L'abbonamento abbassa poi sensibilmente il prezzo e rifornisce la giusta quantità mensile per quelli che la usano nella loro dieta». Nel 2020 ne sono state vendute 30 mila confezioni, si punta ad arrivare a 50 mila nel 2021, confidando anche su una più capillare diffusione dei punti vendita.

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