Non avevano il pass per volare in Grecia, viaggiatori bloccati in aeroporto

Martedì 20 Luglio 2021 di Roberta Brunetti
L'area dedicata ai tamponi all'aeroporto Marco Polo di Venezia
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VENEZIA - Il biglietto aereo in mano, la green pass tra i documenti da esibire. Sembrava tutto pronto per imbarcarsi sull’aereo alla volta della Grecia. E invece. «Non avevo il passanger locator form, e così sono rimasta a terra. E con me tanti altri passeggeri» racconta Cecilia Tonon. C’è anche la consigliera comunale di “Venezia è tua” tra le “vittime” del Plf, il modulo richiesto dalla Grecia per tracciare tutti i suoi visitatori in tempo di Covid. Una formalità non abbastanza pubblicizzata, o quanto meno non da tutte le compagnie aeree, accusa Tonon, che per questo ha presentato un reclamo, attraverso Altroconsumo, a Volotea, da cui aveva acquistato il biglietto.

La partenza mancata della consigliera comunale risale a venerdì scorso. «Dopo tanto tempo chiusa a Venezia, mi ero decisa a fare questo viaggio - racconta -. Mi ero informata, avevo organizzato tutto, acquistato i biglietti. Non credo di essere una sprovveduta, eppure della necessità di avere anche questo modulo per entrare in Grecia non ero proprio venuta a conoscenza». L’amara scoperta avviene quando Tonon è ormai al “Marco Polo”, pronta ad imbarcarsi. «Un conoscente che incontro all’aeroporto mi chiede se ho fatto il passanger locator form. Mi spiega che lui è stato avvisato dalla sua compagnia aerea. Io cado dalle nuvole, non ne sapevo nulla. E scopro che ormai è troppo tardi».

Il Plf, che viene richiesto ai passeggeri per l’ingresso in Grecia, indipendentemente dal paese di provenienza, da certificati di avvenuta vaccinazioni, tamponi o green pass, va infatti compilato entro le 23.59 del giorno precedente la partenza. Al visitatore viene inviato un Qr code da esibire all’ingresso in Grecia, ma anche nei vari spostamenti nel paese, al fine di tracciare eventuali contagi. «Al banco di Volotea si premurano subito di dirmi che non è responsabilità del gestore informare il passeggero di questa necessità - continua Tonon - e mi spiegano che l’unica possibilità di partire è acquistare un nuovo biglietto per il giorno dopo. Altri passeggeri erano nella mia situazione! Io a quel punto mi sono rifiutata di comprare un altro biglietto da loro. L’ho acquistato con un’altra compagnia che per prima cosa mi ha informato delle necessità di fare il pass. Così sono partita due giorni dopo, perdendo due giorni di vacanza e anche un bel po’ di soldi». Ed ecco la scelta di presentare reclamo alla compagnia che non l’aveva informata. «Ho controllato l’app e le mail: nessun riferimento al Plf, solo un rimando ad un link di maggiori informazioni sanitarie che però rinviava ad una pagina non più accessibile - continua Tonon - Sicuramente informarsi è responsabilità di chi viaggia, ma anche la compagnia dovrebbe preoccuparsi di aiutare i suoi passeggeri. Trovo strano che una notizia così importante sia comunicata così male. Dopo una pandemia che ci ha bloccati tutti a casa, già ci si sforza di viaggiare, se poi ti mettono tutti i bastoni tra le ruote, ti passa anche la voglia».

Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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