Pasqua e il coraggio della primavera che fa rinascere la vita e la speranza

La lettera del vescovo di Chioggia e del Basso Polesine

Venerdì 7 Aprile 2023 di mons. Giampaolo Dianin*
mons. Giampaolo Dianin*

Lo scorso 20 marzo il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha aperto la riunione del Consiglio permanente dei vescovi richiamando l'inizio della primavera. Tanti dati annunciano la primavera: la speranza che la lunga stagione del Covid sia finita, il cammino sinodale della Chiesa italiana, la liturgia che si appresta a cantare l'alleluia e a celebrare il Risorto. Tutto questo profuma di primavera, di un nuovo inizio, e Zuppi ha voluto metterlo in evidenza.
Il presidente dei vescovi è andato oltre citando una celebre frase di papa Giovanni XXIII nel famoso discorso di apertura del Concilio: «Tantum aurora est», che significa «è appena l'aurora». Papa Giovanni XXIII, nonostante l'età avanzata, come solo i profeti sanno fare, sognava una nuova primavera e la intravedeva nell'evento conciliare. Aveva ragione, il Concilio è stato proprio una primavera, e a distanza di tanti anni ancora non siamo riusciti a realizzare tutto quanto ci ha consegnato. Scrive ancora Zuppi: «Occorre passione, visione profetica, libertà evangelica e intelligenza della comunione, generosa responsabilità e gratuità nel servizio».
Sono parole pesate, un cibo di cui abbiamo bisogno per camminare e guardare avanti con fiducia. Passione, visione, libertà evangelica, comunione, responsabilità, gratuità. Indicano uno stile, richiamano la radice evangelica di quello che siamo, profumano di primavera e allargano l'orizzonte come le meravigliose albe della nostra terra.
La primavera è una stagione bella, ma sappiamo tutti che passa presto, poi viene l'estate che ultimamente porta con sé una calura difficile da sopportare e poi torna l'autunno e l'inverno. Ci dobbiamo chiedere se tutto quello che stiamo facendo sia solo un sussulto di vita ma non la vita, un sogno ma non la realtà, un insieme di note eccitanti ma non un canto compiuto. Può essere se dimentichiamo l'evento centrale che per noi cristiani marchia indelebilmente la primavera ed è la Pasqua, l'incontro col Risorto che poi donerà lo Spirito e prometterà di non lasciare mai sola la sua Chiesa pellegrina nel tempo. Crediamo che Gesù di Nazaret, Figlio di Dio, è venuto nel mondo, ha vissuto con noi, ci ha rivelato il Padre e ci ha raccontato come Dio aveva sognato l'uomo e la sua esistenza sulla terra. Sappiamo che è morto, crediamo che è risorto e che anche noi siamo chiamati a non morire mai, ma a vivere per sempre nell'amore del Padre.

La nostra primavera è marchiata dalla Pasqua e questo ci dà la forza di osare, di guardare avanti con fiducia e speranza.

Ogni giorno invochiamo il dono della pace. Da quando è iniziata la guerra non smetto di chiedere la pace ad ogni Eucaristia, prima della preghiera di Gesù nella quale chiediamo che venga il suo regno. A volte viene voglia di smettere perché non vediamo risultati, ma poi continuiamo a insistere, a osare, a bussare con insistenza; ci crediamo pur con la nostra debolezza. Il coraggio della primavera lo vediamo nella natura che rompe ogni indugio e fa rinascere la vita; il coraggio del cristiano viene dalla Pasqua e vorremmo che il Risorto ci aiutasse a risvegliare la vita cristiana spesso assopita e ripetitiva; ci spronasse a uscire osando pagine nuove da scrivere insieme. Vorremmo che il Risorto ci aiutasse a sentirci fratelli perché figli, capaci di accoglierci e perdonarci per ripartire insieme. Buona pasqua. A chi è affaticato e oppresso, a chi ha perso la speranza, a chi è in difficoltà e provato dalla vita.

Buona Pasqua.

*vescovo di Chioggia e del Basso Polesine

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