«Savorgnan, il potere curativo del parco: ecco perché si sta bene»

Mercoledì 29 Giugno 2022 di Marta Gasparon
Una veduta del parco Savorgnan a Cannaregio
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VENEZIA - Un miglioramento dell’empatia, un rafforzamento delle difese immunitarie e una stimolazione della memoria e delle capacità cognitive.

Che il contatto con la natura possa indurre tutto questo, per il bioricercatore Marco Nieri è realtà. Una sorta di formula magica “green” che in molti, stretti dalla morsa dello stress quotidiano e della pandemia, sembrano sempre più ricercare nel proprio tempo libero. Basti pensare alla cosiddetta silvoterapia, ormai diffusissima, che consiste nell’abbracciare il tronco degli alberi per ottenere benefici a livello di corpo e mente. 


BIOENERGIE
E chissà quanti si saranno concessi un po’ di sano relax nel giardino Savorgnan, a pochi passi dal ponte delle Guglie, nell’intento di ottenere quel pizzico di benessere in più racchiuso nella tecnica del “Bioenergetic landscapes”, creata proprio da Nieri. Ossia un metodo derivante da recenti studi nel campo del bio-elettromagnetismo, che consente di misurare l’influenza benefica che i campi energetici emessi dalle varie specie di piante – pur di debolissima intensità – possono esercitare sul funzionamento di organi e apparati. Finanziato dal Soroptimist Venezia, lo studio condotto nel 2021 dal bioricercatore italiano e illustrato all’interno del parco attraverso una serie di cartelli, si basa sull’utilizzo dell’antenna Lecher polarizzata: un apparato biofisico inventato in Germania negli anni ‘50 dall’ingegnere Schneider, poi affinato, per effettuare le dovute misurazioni. Lì, al Savorgnan, dove c’è chi ricorderà che il noto studioso e docente di arti marziali, Franco Mescola, amava tenere alcune lezioni. 


LA CRITICA
Argomentazioni che poco convincono il consigliere dem, Paolo Ticozzi, che in un’interrogazione punta il dito contro «la pseudoscienza, che sul sito del Comune non dovrebbe trovare spazio. Online è infatti consultabile un documento sulle presunte aree bioenergetiche presenti al parco Savorgnan che, secondo l’autore, dovrebbero risultare particolarmente favorevoli per la salute del corpo umano. Peccato però che ciò che viene definito uno “studio” non abbia seri fondamenti scientifici. Motivo per il quale il Comune non avrebbe dovuto dare spazio all’iniziativa». Una serie di perplessità che hanno trovato conferma anche nel Cicap – impegnato nello smascherare le pseudoscienze – e soprattutto nelle parole di uno dei suoi divulgatori scientifici, Silvano Fuso, che ha sottolineato come già in passato l’organizzazione si fosse espressa contro la scientificità di tali studi. Per i quali oltretutto non sarebbe indicata la corrispondente unità di misura.


LA REPLICA
«Si tratta di un percorso innovativo, fatto di ricerca e confronto, che non è ancora stato fatto rientrare in un ambito di scientificità. Ma ciò non vuol dire che la tecnica non sia valida», controbatte Nieri, che precisa di non aver mai ragionato in termini di cura o terapia. «Quando parlo di beneficio per certi organi, non sto dicendo che è come se io assumessi un farmaco. Il beneficio rilevato è a livello energetico, che poi può tradursi anche in quello fisico», continua, suggerendo di restare seduti in aree bioenergetiche come quella del Savorgnan per almeno 15 minuti. Fermo restando che la massima intensità benefica è racchiusa nei valori 0,1+ e 0,5+, Nieri sottolinea come essi siano riscontrabili ad esempio nel bagolaro e nel tiglio, incidendo a livello di sistema immunitario, vescica e ovaie per il primo; mentre di sistema cardiocircolatorio e nervoso, nonché di tiroide e mucose per il secondo. «D’altronde che il contatto con la natura induca beneficio è qualcosa di ancorato ai tempi antichi».

Ultimo aggiornamento: 17:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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