Investono i ciclisti e fanno il selfie. Paolo Crepet: «Questi ragazzi vivono nell'indifferenza e nell'egoismo»

Domenica 27 Ottobre 2019 di Raffaella Ianuale
Investono i ciclisti e fanno il selfie. Paolo Crepet: «Questi ragazzi vivono nell'indifferenza e nell'egoismo»
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«È un gesto orribile (Cosa è accaduto - LEGGI). Se non ci sono leggi che lo prevedono devono essere i genitori a farlo: togliere la patente a questi giovani per un bel po' e chiuderla in cassaforte. Non solo al conducente, ma anche agli amici che si trovavano con lui in auto». Lo psichiatra Paolo Crepet è risolutivo nella vicenda della fotografia che ritrae un giovane con i pollici in su in segno di soddisfazione, pochi istanti dopo che la potente Audi, guidata dall'amico, in fase di sorpasso aveva travolto e ferito due ciclisti.

Perché questa indifferenza?
«Sono vissuti nell'indifferenza e quindi replicano l'indifferenza. Anche se in questo caso andrei oltre, questo gesto mi fa pensare all'indecenza, al cinismo e all'egoismo che hanno questi giovani. Non mi stupirei se appena scesi, dopo aver investito i ciclisti, la prima cosa che hanno fatto è vedere se la loro bella Audi si era danneggiata».

Che dire ai genitori?
«Io non vorrei essere il genitore di questi ragazzi. Perché mi farei molte domande per capire in cosa ho sbagliato. Però, se posso dare un consiglio, mi vien da dire che non bisogna banalizzare un atteggiamento come gesto».

In che senso?
«Di fronte a questi gesti non si può minimizzare dicendo è una ragazzata o giustificare sostenendo: In fin dei conti è solo una bravata, anche noi da giovani le abbiamo fatte. Quindi non sottovalutare queste cose, ma avere la forza e la determinazione di prendere decisioni forti: togliere la patente a tutti e anche per un periodo prolungato».

Nessuna giustificazione?
«No, bisogna essere autorevoli. Ci vuole il massimo della pena di fronte a queste cose e se la pena non è prevista, deve subentrare il buon senso della famiglia».

La norma prevede che vengano tolti i punti dalla patente.
«Sì, ma i punti vengono decurtati a chi guida. Non a chi era seduto al suo fianco, quindi non cambia niente. La situazione può ripetersi con l'amico al volante. Quindi ci vuole fermezza con tutti».

Quali le conseguenza della sottovalutazione?
«Non si può generalizzare perché ogni situazione va a sè. Però una certa indifferenza, come quella dimostrata in questa vicenda, c'è tra i giovani. Penso alla violenza tra adolescenti o al fatto che si tiri dritto se si incontra per strada una persona che sta male. Se si riesce ad essere cinici di fronte al dolore altrui, una situazione analoga si può ripresentare nei confronti di una donna o di un bambino».

E il fatto di avere un'auto così potente?
«Significa che c'è del benessere. Non voglio fare un processo ai benestanti, però non bisogna pensare che dietro ad una famiglia economicamente agiata funzioni sempre tutto al meglio. Bisogna capire se dietro a questo benessere non sia nascosto qualcosa che può avere risvolti orrendi».
Raffaella Ianuale

Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 14:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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