VENEZIA - Ovs sfida il mercato in ribasso: il gruppo veneto dell'abbigliamento cresce anche nel secondo trimestre dell'anno, trainato dalle prestazioni dei negozi e dell'on line, a fronte di una contrazione generale del settore del 4,7% tra aprile e giugno. E raggiunge così una quota di mercato pari al 9%, conquistando quasi cento punti base nel giro di un anno. Le vendite nette nel trimestre (369,7 milioni) segnano un più 35,4% sullo stesso periodo del 2020, ma superano dell'11% anche quelle del 2019, nonostante alcuni fine settimana di maggio ancora con restrizioni in atto. «Ovs è il gruppo che è cresciuto di più in termini di quota anche nell'ultimo trimestre - sottolinea l'amministratore delegato Stefano Beraldo - e anche rispetto ai player internazionali operanti solo attraverso i canali digitali, testimonianza del fatto che la multicanalità continua a rappresentare un fattore determinante nel mercato in cui operiamo e ne beneficiamo».
I NUMERI
Nel bilancio dell'intero semestre, dunque, l'azienda veneziana registra ricavi per 599,2 milioni, in crescita del 59,5%. Si conferma il ruolo chiave dell'e-commerce: le vendite realizzate sul sito ovs.it guadagnano il 30% rispetto al 2020 e il 77% rispetto a due anni fa. La base di clienti fidelizzata ha raggiunto ad oggi i 4,7 milioni (più 12% in un anno), mentre continuano a crescere i clienti che acquistano sia online che sul canale fisico. Nel secondo trimestre, l'Ebitda rettificato tocca i 54,5 milioni, il più alto di sempre, in rialzo del 50,9% sul 2020 e del 45,7% sul 2019. Positivo anche il risultato rettificato prima delle imposte, pari nei tre mesi a 33,5 milioni. La posizione finanziaria netta si attesta a 318,2 milioni, anche in questo caso in miglioramento. Tra aprile e giugno Ovs ha visto una generazione di cassa di 75,7 milioni, ai quali si aggiungono gli 81 milioni derivanti dall'aumento di capitale concluso a luglio (per un totale complessivo di 156,7 milioni). Entro fine anno il gruppo stima di aver inaugurato più di 150 nuovi punti vendita in Italia e un centinaio all'estero, compresi quelli a marchio Upim e Stefanel (acquisita lo scorso marzo), molti in franchising. Pur non rinunciando ad essere presente nelle vie dello shopping delle grandi città, la linea guida sarà la prossimità ai bacini locali: «Abbiamo aperto, ad esempio, a Lipari o a Pederobba, tra Trevigiano e Bellunese - conferma Beraldo -. Vogliamo essere vicini al cliente ovunque si trovi». L'obiettivo è proseguire la corsa: «L'inizio del secondo semestre è buono nonostante alcuni ritardi di consegne di cui soffre tutto il mondo occidentale: mancano i microchip, ma si fa fatica anche per gli abiti. Stiamo comunque riuscendo a compensarle bene. I numeri della seconda parte dell'anno non avranno la stessa dinamica nel primo semestre, ma sarà comunque positiva, chiudendo l'esercizio con una ulteriore crescita soddisfacente».