Ovs punta Coin: piano per comprare l'ex azienda madre, il gruppo ritorna all'antico

Firmata una lettera d'intenti per riunire sotto la stessa proprietà i due rami commerciali divisi

Martedì 28 Giugno 2022 di Maurizio Crema
Stefano Beraldo

VENEZIA -  Il ritorno all'antico per costruire un nuovo futuro insieme. Ovs vuole comprare Coin. Stefano Beraldo e il fondo Tip di Giovanni Tamburi puntano a ricreare la struttura del gruppo della distribuzione veneziano tornando alle origini. Per ora è stata sottoscritta con Centenary una lettera di intenti che apre una analisi dei conti in esclusiva. Se tutto filerà liscio l'operazione, che coinvolge in prima persona proprio Beraldo in quanto socio di Coin e Ad di Ovs, potrebbe chiudersi già entro novembre. Quanto varrà questa operazione? Per ora non sono filtrate cifre precise se non quelle di base. Coin è la catena di vendita più diffusa in Italia, con vendite per oltre 400 milioni di euro, una rete di 37 negozi e 100 a insegna Coincasa.

Ovs invece conta oltre 2000 negozi in Italia e all'estero e nel 2021 ha registrato vendite pari a 1.359 milioni di euro e un ebitda di 147,2 milioni. Insieme farebbero un gruppo di riferimento per abbigliamento e arredo tra lusso e prodotti accessibili. E chiuderebbero il cerchio di una storia iniziata dal nulla, o poco più, dal banchetto da ambulante di tessuti di Vittorio Coin a Pianiga nel 1916, un uomo tenace e che pensa in grande e nel 1927 apre il suo primo negozio a Mirano (Venezia). I figli Alfonso, Aristide e Giovanni prendono la guida negli anni 50, di quella che ormai è un'azienda con negozi in tutta la provincia. Negli anni Sessanta, entra in azienda la terza generazione Coin, con Piergiorgio e Vittorio, figli di Aristide. È in questi anni che nasce Ovs, precisamente nel 1972, erede della piccola catena Coinette che portava in periferia gli articoli invenduti del grande marchio. Piergiorgio prende in mano l'azienda e la guida per 25 anni, dal 1974 al 1999, portandola fino in Borsa.


CONTRASTI
Poi i primi contrasti familiari e anche una battaglia giudiziaria che finisce in vendita. Nel 2005 il fondo di private equity Pai Partners rileva la maggioranza, la famiglia esce completamente dal capitale del gruppo e viene nominato Stefano Beraldo amministratore delegato, manager veneziano che aveva già lavorato in Benetton e De' Longhi. Nel 2011 Pai Partners cede a BC Partners, che procede al delisting. Nel 2015 viene quotata la sola Ovs e il fondo esce progressivamente e completamente dal capitale della società che oggi è una public company quotata in Borsa (- 2,65% ieri a Milano) col singolo maggior azionista la Tip di Giovanni Tamburi con circa il 25%). Nel 2018 Bc Partners cede anche Coin a Centenary, costituita da un gruppo di manager e di investitori prevalentemente veneti, fra i quali con una quota c'è anche lo stesso Stefano Beraldo. In squadra c'è anche Marco Marchi, fondatore e presidente di Liu Jo, che oggi ha il 15%. E poi Team&co col 21,25%, stessa quota di Hi-Dec, Jorall srl ha il 21,25%, poco più di Red Navy. Alessandro Faccio ha lo 0,29% come Ugo Turi. Da maggio 2020 Coin è guidata dall'amministratore delegato Roland Armbruster. Oggi la catena con un fatturato di vendite al cliente di circa 440 milioni sotto insegna, conta 30 milioni di visitatori e 9 milioni di scontrini emessi, un portfolio di più di 1000 brand e una superficie di vendita di circa 110.000 metri qaudrati a cui si aggiunge il sito Coin.it. Sotto l'insegna Coin Excelsior, il brand include i negozi d'alta gamma di Roma Cola di Rienzo, Milano CityLife Shopping District, Milano Corso Vercelli e Trieste Corso Italia.


AZIONI PROPRIE
Il cda di Ovs ieri ha inoltre ha deliberato di proseguire nell'attuazione del programma di acquisto di azioni proprie per un importo fino ad ulteriori 10 milioni. Ma oggi sul tavolo c'è un'operazione molto più corposa, un ritorno al passato che è soprattutto un ponte verso il futuro.

 

Ultimo aggiornamento: 17:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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