MIRA - Se non siete mai stati all'osteria dei Kankari dovete immaginare prima di tutto il contesto. Via Fossa Donne a Mira è un istmo di asfalto che unisce la tangenziale alla ferrovia della linea Venezia-Padova, una strada interna e residenziale dove si trovano solo campi e villette. Eppure proprio in questo lembo di nulla, tra nebbie invernali e calura estiva, è nato uno dei punti di ritrovo più significativi di tutto l'entroterra veneziano. Per trent'anni l'osteria dai Kankari è stata il riferimento di generazioni. Quello che in origine era il covo storico della sinistra della Riviera del Brenta si è progressivamente trasformato in una tappa obbligata per gli artisti di passaggio. Marco Paolini e Ascanio Celestini sono solo alcuni dei clienti speciali che qui hanno lasciato un pezzo di cuore. L'osteria, da qualche mese ha chiuso: i proprietari hanno deciso di vendere il locale (ad uso residenziale) e gli storici gestori, Marco Rizzo e Moira Mion, hanno dovuto arrendersi. Il popolo dei Kankari, il 7 aprile, si è ritrovato in una serata amarcord (online) sul canale Twitch RE-Entertainment con un vero e proprio boom di collegamenti, visualizzazioni e commenti.
LE ORIGINI
Negli anni 90, era il classico bar di periferia per giovani, in tempi in cui l'alcol ai minorenni non era esattamente un tabù.
LE VOCI DEGLI ARTISTI
I clienti dell'osteria, come ricorda lo scrittore e giornalista Andrea Semplici, sono «filosofi falliti, musicisti, falliti illustratori falliti, giornalisti falliti, metalmeccanici e figli di t..., questi ultimi, invece, riuscitissimi. Qui sorgeva la più bella ostaria del Nord-est italiano, qui ogni notte, per anni, è stato un racconto, una complicità, un abbraccio». Tra i clienti affezionati anche il brianzolo Lorenzo Monguzzi, cantante dei Mercanti di liquore: «Un luogo magico e misterioso - ricorda - fin dalla prima volta la sensazione era quella di casa. È uno dei posti a cui devo molto, molte delle storie che ho raccontato le ho ascoltate o le ho viste succedere qui, dove si radunava un'umanità un po' contromano».
Nicola Privato, direttore della scuola di musica jazz di Mira Thelonious Monk, aveva istituito una serata a settimana di jam session. «All'inizio la cosa è partita un po' sottotono - racconta - poi abbiamo allargato a nomi importanti e negli ultimi due anni le serate erano sempre da tutto esaurito. Aver perso questo punto di riferimento è un duro colpo». Ne sa qualcosa Gianluca Casadei, fisarmonicista e braccio musicale di Ascanio Celestini. «Ci sono capitato quasi per caso ed è stato amore a prima vista. Sono stato io a portarci Ascanio per la prima volta». Quella volta, l'attore romano venne sfidato dal personale dell'osteria a una gara di barzellette: finì alle 5 del mattino.
Ora, in tempi di pandemia, di riaprire neanche a parlarne. Ma la speranza di rivedere in azione Marco e Moira insieme a tutto lo staff (Francesco, Juri, Michele) è ancora viva. «È ancora presto - chiudono Marco e Moira - ma a qualcosa stiamo pensando».