Morto a 36 anni in ospedale a Mestre, tre neurochirurghi finiscono sotto inchiesta

Mercoledì 26 Aprile 2023 di Gianluca Amadori
L'ospedale di Mestre

MESTRE - Tre neurochirurghi dell’ospedale di Mestre sotto inchiesta per il decesso di Eddine Cheraf Bilali, un trentaseienne di nazionalità marocchina che a metà gennaio fu accompagnato dalla moglie al Pronto soccorso dell’Angelo e operato d’urgenza alla testa per poi morire alcuni giorni più tardi.

A stabilire le cause del decesso e le eventuali responsabilità dei medici che hanno eseguito i due interventi chirurgici, sarà un pool di periti nominati venerdì mattina dal giudice le indagini preliminari di Venezia, Maria Rosa Barbieri. A chiedere l’incidente probatorio è stato il legale dei tre neurochirurghi, l’avvocato Giuseppe Sarti, dopo che l’autopsia sul corpo del defunto era già stata eseguita, lo scorso gennaio, su disposizione della Procura, senza alcun contraddittorio con la difesa, in quanto inizialmente l’inchiesta era stata avviata nei confronti di ignoti: la Procura sospettava che il trentaseienne, detenuto agli arresti domiciliari, potesse aver subito lesioni alla testa a seguito di una possibile aggressione.

Nel corso dell’esame autoptico è stata la dottoressa incaricata dalla pubblica accusa, Barbara Bonvicini, a smentire l’ipotesi di aggressione (nessun colpo viene riscontrato), ipozzaindo invece un errore da parte dei medici che lo hanno operato. E così i loro nomi sono finiti sul registro degli indagati per omicidio colposo. Inizialmente il procuratore Bruno Cherchi decise di procedere disponendo un accertamento irripetibile, ma l’avvocato Sarti si è opposto, sostenendo che questa modalità non garantiva la difesa, considerato che l’autopsia era stata già eseguita senza contraddittorio. Il legale contestò anche il fatto che l’udienza per l’affidamento dell’accertamento irripetibile, fissata un sabato mattina alle 8.30, fu inizialmente gestita da un maresciallo della segreteria del procuratore, invece che da un magistrato, intervenuto in un secondo momento.

Ora i periti nominati dal gip (coadiuvati dai consulenti della difesa e da quelli nominati dal legale della famiglia del defunto, l’avvocato Pietro Speranzoni; la procura non ha nominato alcun esperto) dovrà prendere in esame la documentazione sanitaria e l’esito dell’autopsia eseguita dalla dottoressa Bonvincini ed esprimere una valutazione. La vittima aveva un passato di vicinanza alla droga e questo sarà tra gli aspetti che i periti terranno in considerazione. Bilali fu sottoposto a due interventi neurochirurgici: il primo fu disposto d’urgenza a seguito di un’accertata emorragia cerebrale e fu eseguito da due dei tre medici finiti sotto inchiesta. Il terzo neurochirurgo si occupò del secondo intervento, resosi necessario in un secondo momento per rimuovere un ulteriore grumo di sangue dalla testa. I risultati della perizia saranno discussi in un’udienza fissata nel prossimo mese di settembre.

Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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