Commerciante beffata: ordinano per telefono 9 pizze, ma l'indirizzo è inesistente

Martedì 2 Febbraio 2021 di Davide De Bortoli
Commerciante beffata: ordinano per telefono 9 pizze, ma l'indirizzo è inesistente
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«Si può essere così insensibili da scherzare sulla consegna a domicilio della pizza anche in periodo di covid?» A chiederselo è Eva Boscaro, responsabile della pizzeria Idon di San Donà, dopo che per due volte le hanno ordinato pizze a domicilio, per un scherzo di cattivo gusto.

Purtroppo quello di Idon non sembra essere un caso isolato, in un periodo di difficoltà in cui per molti esercizi pubblici le consegne a domicilio sono un'importante fonte di guadagno. Boscaro, infatti, la prima volta ha cercato di consegnare nove pizze per poi rendersi conto che si trattava di una burla; la seconda volta in cui hanno provato a contattarla, ha reagito buttando giù il telefono agli autori dello scherzo e mettendo in rete il loro numero telefonico, «perché sono persone senza scrupoli», e mettere sull'avviso i colleghi del settore della ristorazione: «Non accettate ordini da questo numero».


SUI SOCIAL
Il suo sfogo ha suscitato una vivace protesta in rete: oltre 100 commenti (alcuni al vetriolo) in poche ore e oltre 600 condivisioni, comprese le pagine telematiche che si occupano della città. Ma la bravata potrebbe avere delle conseguenze legali, vista la tracciabilità telefonica. «La prima volta hanno telefonato in serata nei gironi scorsi spiega Boscaro un ragazzo ha chiesto la consegna a domicilio di nove pizze in via Calvecchia, una zona di campagna vicina alla pizzeria. Sentendo la voce di un giovane, per sicurezza mi sono fatta passare un adulto che aveva confermato l'ordine. Sono uscita poco dopo, salvo scoprire che si trattava di un indirizzo inesistente. Ho richiamato, naturalmente, ma non rispondeva nessuno, ho provato a ricontattarli con whatsapp, ma mi hanno bloccata. Per cui ho intuito che si trattasse di persone che ci avevano contattato per divertimento, anche in questo periodo ci sono persone a cui non manca niente e forse per loro mandare una persona in una zona sperduta di notte è un modo per ingannare il tempo».
SECONDO SCHERZO
«Domenica scorsa hanno richiamato verso le 20.30 continua l'esercente questa volta si trattava di un adulto e il tono era scherzoso. Avevo salvato il numero e ho gli risposto: Non abbiamo tempo da perdere, ma vista l'insistenza ho segnalato il fatto su Facebook. Il titolare dell'esercizio sta pensando di rivolgersi ad un legale per capire se ci sono i requisiti per denunciare l'accaduto».
«A qualcuno potrà anche sembrare divertente incalza - ma si sono presi gioco del nostro lavoro e tutti sappiamo che in questo periodo ci sono persone che fanno fatica a sbarcare il lunario. Il valore delle pizze è circa 60 euro, ma si tratta del gesto, del principio. Ci sono anziani che chiedono scusa perché non possono pagare e quelle nove pizze potevano sfamare una famiglia in difficoltà, invece hanno mandato a fare la consegna una povera responsabile del locale. Vergognatevi, perché come noi, tanti colleghi lottano tutti i giorni per pagare gli stipendi in piena pandemia. Da parte dei burloni, finora nessuna telefonata di scuse».
QUESTIONE DI FIDUCIA
Il Gazzettino ieri ha provato ha contattare l'utenza telefonica in questione, ma risultava attiva solo la segreteria. Ieri Idon ha riaperto come tanti altre attività e Boscaro sottolinea che non viene meno la fiducia nei clienti, quelli veri. «Nel mese di ottobre, all'inizio delle restrizioni c'è stato anche un bel ricordo lasciato da alcune ragazze: 7 euro di mancia assieme alla scritta in stampatello Forza! e il disegno di un cuore. Un gesto che ci ha dato forza e ci fa continuare a sperare nel genere umano».
Solidarietà a lavoratori e titolari della pizzeria Idon è espressa da Ascom-Confcommercio San Donà-Jesolo, che nei giorni scorsi aveva lanciato un allarme relativo al settore della ristorazione del Veneto orientale: persi 35 milioni di euro solo in dicembre,.
 

Ultimo aggiornamento: 16:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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