Operai bengalesi pagati 6 euro l'ora senza permessi né ferie: due imprenditori alla sbarra per sfruttamento

Venerdì 24 Giugno 2022 di Gianluca Amadori
MARGHERA L'ingresso degli operai a Marghera
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MARGHERA - Sono accusati di aver sfruttato alcuni connazionali, facendoli lavorare all’interno dello stabilimento Fincantieri di Marghera per una paga inferiore ai minimi previsti, con orario di lavoro superiore al consentito. La Procura di Venezia ha chiuso le indagini preliminari chiedendo il rinvio a giudizio di due imprenditori originari del Bangladesh, Salah Uddin Hossain, 40 anni, e Zakir Hossain, 54 anni, chiamati in causa rispettivamente in qualità di amministratore di fatto e di amministratore legale della società O.Sa.In di Marghera.

L’udienza preliminare, celebrata ieri mattina di fronte alla giudice Silvia Varotto, si è conclusa con il rinvio a giudizio soltanto di Salah Uddin Hossain, assistito dagli avvocati Marco Marcelli e Michael Longo, mentre è stata stralciata la posizione dell’altro imputato, assistito dall’avvocato Raffaele Pennino, in quanto risulta irreperibile, e dunque non è possibile sottoporlo a processo. Stralciata, per lo stesso motivo, anche la posizione della società, chiamata in causa in base alla norma che estende alle aziende la responsabilità penale per i comportamenti illeciti commessi dai propri vertici. L’udienza di fronte al Tribunale si aprirà il prossimo 19 settembre.

PAGA GLOBALE
Gli episodi finiti sotto accusa risalgono al periodo compreso tra il 2016 e il 2018 e sono stati accertati dal sostituto procuratore Giorgio Gava nell’ambito di una più ampia indagine che ha posto l’attenzione su numerose società impegnate in subappalto all’interno di Fincantieri. Il filone principale di quella inchiesta, chiusa pochi mesi fa, ha portato all’imputazione anche di numerosi dirigenti del colosso nazionale della cantieristica, accusati di essersi fatti corrompere dai titolari delle imprese subappaltatrici, accettando costosi regali, ma anche somme di denaro.
Salah Uddin Hossain è accusato di aver approfittato dello stato di necessità di una mezza dozzina di connazionali, che necessitavano di un lavoro per poter avere il permesso di soggiorno, per costringerli ad accettare una paga inferiore a quella prevista dal contratto di lavoro. Attraverso un sistema denominato “paga globale” gli operai non si sarebbero visti riconoscere ore di straordinario e neppure permessi e ferie, per percepire da un minimo di 5 ad un massimo di 7 euro all’ora in cambio dell’impegno lavorativo.
La difesa non ha chiesto alcun rito alternativo e al processo è intenzionata a dimostrare che non vi è stato alcuno sfruttamento degli operai.
 

Ultimo aggiornamento: 07:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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