Moto ondoso in bacino San Marco
Insorgono i gondolieri: «Basta»

Lunedì 13 Luglio 2015 di Michele Fullin
Moto ondoso in bacino San Marco Insorgono i gondolieri: «Basta»
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VENEZIA - Alle 10.30 in bacino di San Marco inizia la tempesta. Il sabato non c’è nessuno che controlla e i taxi possono correre come più loro aggrada per moltiplicare le corse e quindi i guadagni. A rimetterci sono le rive e le fondamenta di Venezia, che vengono progressivamente mangiate dal moto ondoso. Poi ci sono anche i mezzi Actv, che in assenza di controlli sfrecciano in bacino alzando grandi onde. E infine, le micidiali carene dei granturismo, non adatte alla laguna, che quando si muovono in velocità fanno onte alte un metro e mezzo.

Tra tutto questo ci sono i gondolieri, che devono combattere facendo gli equilibristi uscendo dalle cavane del Molo e del Danieli. Molti di loro hanno la schiena o le ginocchia a pezzi per lo sforzo di rimanere in piedi tra i flutti. Adesso non ne possono più e non intendono aspettare un’altra emergenza che immancabilmente ci sarà a fine agosto con la Mostra del cinema e centinaia di taxi a devastare la laguna.

«Basta - dicono - siamo stufi di subire tutto questo. I fatti hanno dimostrato che è sufficiente una postazione fissa in barca o a terra di Vigili o Capitaneria di Porto o Guardia di finanza per far diventare il bacino liscio come la notte del Redentore. Non ci vuole sforzo, occorre la volontà».

I gondolieri ricordano le parole del sindaco e lo spronano a realizzare al più presto l’inserimento di una pattuglia fissa a sorvegliare il traffico acqueo in Bacino.

Nei giorni scorsi siamo usciti in gondola a provare cosa significhi trovarsi a bordo di un’imbarcazione stretta e alta pochi centimetri dall’acqua.







Già salire a bordo è difficile: in Bacino tutti vanno piano. L’uscita è difficoltosa, in "retromarcia" a forza di braccia tra un taxi che vuole andare a tutti i costi sulla porta d’acqua del Danieli (pur avendo il molo di fronte) due gondole in uscita con cinesi a bordo e un battello in arrivo dal Lido che crea micidiali mulinelli per fermarsi all’imbarcadero. In mezzo al Bacino la gondola sbatte, i cuscini cadono "a pagiol" e il gondoliere ospite rischia più volte di perdere l’equilibrio.

«Questa è la situazione - spiega - e non sta passando nessuno. Chi corre mette a rischio la vita nostra e quella dei passeggeri, perché non è pensabile morire come è già successo mentre si fa il turista a Venezia».

Il presidente dei Bancali, Aldo Reato, è diplomatico e per questo anche criticato dalla categoria per la sua indole che lo porta a cercare il dialogo. Anche lui fa capire che la pazienza è finita.



La risposta del sindaco, Luigi Brugnaro, arriva tempestiva: «Condividiamo le preoccupazioni espresse dai gondolieri sui pericoli per la sicurezza provocati dal moto ondoso in Bacino di San Marco. E' un problema che c'è da anni, che negli ultimi tempi si è acuito e sul quale si rende ora necessario intervenire con una soluzione efficace. Ho avuto modo di parlarne anche nel corso del Cosp, confrontandomi in proposito con il Prefetto, il Questore e i vertici delle Forze dell'ordine, con cui il dialogo è costante e che ringrazio per la collaborazione. Quello del traffico acqueo è un tema su cui prestiamo particolare attenzione e nei prossimi giorni sarà oggetto di una riunione specifica con tutte le categorie e i soggetti interessati, per un'analisi complessiva e dettagliata».
Ultimo aggiornamento: 20:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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