Uccisa con 9 coltellate dall'ex, ma lui è nullatenente: i familiari della vittima chiedono i soldi allo Stato

Natascia Bettiolo fu assassinata nel 2017 da Luigi Sibilio, ora i suoi cari si rivolgono all'Ue per avere il pieno indennizzo

Venerdì 24 Febbraio 2023 di Gianluca Amadori
La vittima Natascia Bettiolo e la disperazione dei familiari il giorno del delitto

VENEZIA - Sarà la Corte di giustizia dell'Unione europea a doversi pronunciare sull'indennizzo che l'Italia è tenuta a versare ai familiari di Natascia Bettiolo, la cuoca quarantaseienne di Massanzago che, nel maggio del 2017, fu uccisa con nove coltellate, dall'ex compagno, il macellaio Luigi Sibilio, 40 anni, all'epoca domiciliato a Santa Maria di Sala, che non voleva rassegnarsi alla fine della relazione sentimentale.

Lo ha stabilito il Tribunale civile di Venezia accogliendo il ricorso presentato dal legale dei genitori, della sorella e dei figli di Natascia, l'avvocato Gianluca Sicchiero, il quale contesta allo Stato italiano un'applicazione non conforme della direttiva europea 80 del 2004 che all'articolo 11 prevede "il diritto all'indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti".

I FATTI
Nel 2021 Sibilio è stato condannato in via definitiva per omicidio volontario a 30 anni nonché al risarcimento dei danni: 400 mila euro a ciascuno dei due figli della vittima, 120 mila euro a ciascun genitore e alla sorella, 30 mila euro in favore del marito separato (ma non divorziato). Poiché l'imputato ha dimostrato di essere privo di redditi, tanto da ottenere il patrocinio a spese dello Stato, i familiari della vittima, consapevoli di non avere alcuna speranza di ottenere il risarcimento, hanno deciso di avvalersi delle tutele previste dalla direttiva europea 80 del 2004, ma la loro istanza è stata soltanto parzialmente accolta, in applicazione della legge 122 del 2016 che ha recepito la direttiva europea. A ciascuno dei due figli è stato riconosciuto un indennizzo di 20 mila euro, mentre l'ex marito di Natascia è ancora in attesa di liquidazione di quanto gli spetta. La legge italiana non prevede, invece, alcun indennizzo per i genitori, se non nel caso in cui non vi siano figli. Secondo l'avvocato Sicchiero la normativa italiana è in contrasto con quanto stabilito dalla direttiva europea in quanto esclude in maniera arbitraria dalla possibilità di indennizzo i genitori e i fratelli/sorelle. Nel ricorso presentato al Tribunale, il legale ha contestato anche la somma liquidata ai figli, ritenuta troppo bassa. Il giudice Roberto Simone, presidente della seconda sezione civile del Tribunale di Venezia, ha ritenuto fondate le questioni poste dal legale dei familiari di Natascia e ha disposto la sospensione del procedimento e la trasmissione degli atti alla Corte di giustizia dell'Ue affinché si pronunci sulle questioni di interpretazione della direttiva europea che lo Stato italiano ha fatto in modo limitativo per i diritti delle vittime.
 

Ultimo aggiornamento: 12:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci