«Ombrelloni a San Marco»: la proposta dei gestori di locali scatena la polemica

Mercoledì 27 Maggio 2020 di Nicola Munaro
«Ombrelloni a San Marco»: la proposta dei gestori di locali scatena la polemica

VENEZIA Da una parte l'Associazione Piazza San Marco, dall'altra la Soprintendenza dei Beni artistici e culturali. Entrambe si affacciano sul salotto più bello del mondo, diventato d'improvviso terreno di scontro proprio ora che i bar e i locali possono riaprire. Nel mezzo, gli ombrelloni per i clienti. Che l'Associazione vuole tanto da aver presentato un rendering alla Soprintendenza - che gliel'aveva chiesto - ma che a sua volta ha già bocciato anni fa.
E allora? C'è chi, come il Quadri riaprirà solo il bistrot al piano terra e chi, come il dirimpettaio Caffè Florian- nell'anno in cui celebra i primi 3 secoli di storia, terrà ancora chiuso. Perché - dicono all'unisono - senza ombra in Piazza è impossibile lavorare perché è impossibile per i clienti sedersi al bar e consumare sotto un sole cocente e con i piedi su masegni che ribollono. L'ombra sarebbe stata la soluzione, ma la Soprintendenza ha posto il veto per evitare di deturpare la Piazza.



LA VICENDA
A sollevare la questione è stato ieri Raffaele Alajmo, ceo della società e fratello dello chef Massimiliano, che nell'annunciare da domani la riapertura e gli sconti per i veneziani e i veneti che saranno praticati a Il Quadrino (se ne parla in un articolo a pagine 8 dell'edizione nazionale, ndr) ha sollevato la disfida degli ombrelloni. «Piazza San Marco è controllata dalla Soprintendenza - dice Alajmo - che vieta ombrelloni di qualsiasi genere: se li avessimo potremmo far lavorare anche di giorno tutti i nostri dipendenti e non dover ricorrere alla cassa integrazione». Invece niente: si aprirà solo quando il sole calerà dietro l'ala napoleonica delle Procuratie. E poco importa se il Comune ha regalato il plateatico per tutto il 2020. Con il sole caldo dell'estate diventa un regalo inutilizzabile in piena giornata. «La mia non vuole essere una polemica invadente, solo una richiesta d'aiuto e di lungimiranza da parte della Soprintendenza - aggiunge Alajmo - Vero, c'è una legge che vieta le coperture, noi abbiamo fatto delle proposte anche in passato ispirate a un quadro del Tiepolo con dei tendoni in Piazza per farla tornare all'antico, ma niente». Ad aggiungersi, la situazione Covid, che arriva dopo la marea a 187 centimetri del 12 novembre. In pratica, sei mesi di vacche magre. «In una situazione come questa chiediamo aiuto nel rivedere vecchie regole del passato - conclude Alajmo - per trovare una soluzione rapidamente fattibile e che permetta a tutti di lavorare per tutta la giornata e non solo sera». Un progetto c'è e ha anche il via libera del Comune con ombrelloni di 3 metri per 3 su cui si attende risposta dalla Soprintendenza da 15 giorni. 

Ma se il Quadri prova a riaprire, il Florian non ci pensa nemmeno. «L'unica cosa che è stata fatta per noi - attacca l'amministratore delegato Marco Paolini - è stato il plateatico regalato per un anno dal Comune. Abbiamo detto che sarebbe stato provvisorio, ma nulla. Questa è l'Italia e noi a queste condizioni non riapriamo, con grosso rischio sull'occupazione».

Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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