Lazzer: «Nell’oro olimpico mi sono rivisto nel 1979 alle Universiadi con Mennea»

Lunedì 23 Agosto 2021 di Gianni Prataviera
EX CAMPIONE Gianfranco Lazzer ha vinto l’oro nella 4x100 con Mennea, Caravano e Grazioli a Città del Messico nel 1979

SAN STINO - Jacobs e della staffetta azzurra ho rivisto noi con Pietro. La 4x100 è l’orchestra del sincronismo. Il sanstinese Gianfranco Lazzer, medaglia d’oro nella 4x100 alle Universiadi di Città del Messico del 1979, allo stadio Azteca ha gareggiato con Pietro Mennea, Luciano Caravani e Giovanni Grazioli. Gli azzurri della staffetta dominarono la finale con il tempo di 38”42 stabilendo il primato europeo e conquistarono la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo di Spalato. Nei 100 metri Lazzer vinse la medaglia d’argento dietro a Mennea. L’ex atleta ed ex assessore comunale di San Stino, oltre che ex presidente della locale Pro Loco, ha scritto pagine importanti nel libro dell’atletica leggera italiana. Dopo 42 anni, sfogliando le pagine ingiallite dei giornali dell’epoca e le fotografie, riaffiorano ricordi indelebili.
 

PASSATO
 

«Di quella staffetta d’oro in Messico - ricorda Lazzer - non ci sono video. Mennea ricevette il testimone in modo schiacciato da Grazioli. Succede quando uno arriva e l’altro parte in ritardo. Come Tortu, Pietro si riprese subito. In cento metri era capace di recuperare quattro o cinque metri. Quel giorno ero concentrato, corsi bene e il cambio con Caravani fu perfetto. Eravamo un quartetto della velocità molto forte. Abbiamo fatto la storia. Il record mondiale di Pietro del giorno prima ci convinse che avremmo potuto fare grandi cose. Con Pietro si viveva in simbiosi, è sempre stato un amico. Da atleta era severissimo e si dedicava interamente. Si faceva vivo spesso, creava occasioni d’incontro. Quando ero assessore allo Sport, è venuto a San Stino a presentare un suo libro».
 

PRESENTE
 

Ora sono Jacobs e gli altri velocisti a emozionare Lazzer. Patta, Jacobs, Desalu e Tortu mi sono rivisto in gara con Mennea, Caravani e Grazioli. Io correvo sempre la prima frazione. Ero uno scattista brevilineo. Nello stadio messicano c’erano 90mila spettatori. Alla partenza ho sentito un silenzio tombale. Avere in mano il bastoncino è grande responsabilità. Consegnarlo è una grande liberazione. Come gli azzurri di Tokyo anche noi quattro eravamo un bel gruppo>. Nella carriera sportiva di Lazzer c’è l’unico rimpianto di non aver potuto partecipare all’Olimpiade di Mosca del 1980. Quell’anno, a parziale sostegno del boicottaggio contro l’invasione sovietica in Afghanistan, gli atleti italiani di squadre sportive militari non andarono a Mosca. Lazzer e Caravani erano tra loro.
 

Ultimo aggiornamento: 08:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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