CORTINA - Gli atleti, olimpici e paralimpici, sono pronti. Ma le opere viarie e gli impianti sportivi saranno terminati in tempo per i Giochi Invernali di Milano Cortina 2026? A dirlo sarà prossimamente la ricognizione condotta dall'omonima Società Infrastrutture, di cui è amministratore delegato Luigi Valerio Sant'Andrea, che è anche (e non a caso) commissario straordinario a 9 interventi: una lista destinata ad allungarsi, visto che lo scopo dell'analisi è l'indicazione dei cantieri considerati «essenziali e indifferibili».
L'ELENCO
La specificazione è cruciale: «essenziali» sono reputati tutti i progetti legati alle Olimpiadi, indipendentemente però dalla data di ultimazione, mentre «indifferibili» sono quelli ritenuti imprescindibili per lo svolgimento della manifestazione. Pazienza dunque se la tangenziale di Cortina sarà finita solo per il 2028 (mentre la variante di Longarone dovrebbe procedere più speditamente): «Resterà comunque come eredità dei Giochi», sottolinea il governatore Luca Zaia; «Siamo comunque contenti che sia stata affidata a Sant'Andrea», aggiunge il sindaco Gianpietro Ghedina.
Invece la pista da bob, skeleton e slittino sarà sede di gare, fra cui oltretutto quella inaugurale, ecco perché è stata commissariata.
I PASSAGGI
Stando a quanto filtra da Palazzo Balbi, la bozza su cui le parti si stanno confrontando includerebbe tutte le venue sportive contenute nel dossier della candidatura (dall'allestimento del Villaggio olimpico all'ammodernamento dello Stadio del ghiaccio), più la Medal plaza ora prevista in corrispondenza dell'iconico trampolino del 1956. «Siamo in emergenza afferma Sant'Andrea ma l'evento si farà e si farà benissimo. Di conseguenza l'approccio organizzativo è di ridurre i tempi persi attraverso un monitoraggio molto dettagliato, individuando anche eventuali piani B. Tutto questo secondo un metodo di accountability, cioè di massima trasparenza nei confronti dei cittadini. Non si saltano i passaggi: si accelerano. Quindi si fanno la valutazione di impatto ambientale e si fanno le conferenze dei servizi, solo che si costituisce una cabina di regìa con i territori per rendere tutto più veloce, nella consapevolezza che ci sono opere al progetto preliminare nella migliore delle ipotesi ed altre per cui siamo ancora allo studio di fattibilità».
I TEST
Giovanni Malagò, presidente del Coni, corregge i toni della preoccupazione espressa la settimana scorsa: «È stato forse mal riportato e mal interpretato quanto ho detto. Gli impianti per i test event non devono essere pronti già adesso, bensì per il 2025, un anno prima dell'inizio dei Giochi. Quando ci sono stati aggiudicati, abbiamo presentato un dossier più unico che raro, con il 92% delle strutture già esistenti. Però è un dato di fatto che alcune devono essere sistemate. E ce n'è una, il Palazzo dello sport e del ghiaccio a Milano, che deve essere fatto da zero. Per questo al commissario Sant'Andrea spetta un compito tosto: abbiamo addosso gli occhi del Cio, che anche per la vicinanza di Losanna a Milano e a Cortina, fa sistematicamente controlli, audit e commissioni sui lavori in corso. Dobbiamo essere pronti e responsabili, le aspettative sono mostruose, il mondo ci guarda. Prima il Covid e poi la burocrazia ci hanno fatto perdere 2 anni e 4 mesi. La responsabilità? Si sono succeduti tre Governi e sono cambiati gli interlocutori».
Tuttavia da Milano il leghista Alessandro Morelli, viceministro alle Infrastrutture, punge l'ex asse giallorosso: «Malagò ha ragione, ma sa perfettamente che per due anni la società olimpica non era stata costituita. Andrebbe sottolineato che qualcuno ha perso due anni: il governo Conte 2 si è dimenticato di questa società. Comunque adesso non solo siamo assolutamente operativi, ma abbiamo anche commissariato le opere importanti».