MESTRE - Attorno alle 17 i telefoni della centrale operativa dei vigili del fuoco di Mestre hanno iniziato a squillare all'impazzata: decine e decine di mestrini chiamavano per un forte odore nauseabondo, simile a quello tipico di zolfo, che si stava espandendo in città dalla zona di Marghera.
LA RELAZIONE
I tecnici dell'Agenzia regionale per l'ambiente hanno campionato l'aria nella zona (che verrà analizzata in laboratorio nei prossimi giorni) e hanno chiesto alla stessa Eni di compilare una relazione su quanto accaduto ieri pomeriggio. Il report della ditta verrà discusso martedì di fronte al Comitato tecnico regionale per l'ambiente che è stato convocato nella serata di ieri come previsto dalla legge Seveso, dal momento che Eni è un'azienda che rientra nella direttiva che si applica agli stabilimenti caratterizzati dalla presenza di sostanze o miscele pericolose in quantità superiori ai limiti consentiti.
SOCIAL IMPAZZITI
Se, da un lato, il centralino dei vigili del fuoco era stato letteralmente preso d'assalto, complice anche un periodo storico dei non più semplici, dall'altro - come accade sempre - sono stati i social a diventare palcoscenico di discussione su quanto stava accadendo. In tanti nei vari gruppi internet mestrini e nelle chat si sono chiesti cosa stesse succedendo e da dove venisse quel forte odore, durato comunque poco. La paura principale era quella di trovarsi di fronte a un incidente a Marghera che avrebbe catapultato la città (e non solo) nell'incubo di un'aria irrespirabile e inquinata. Ma cosa sia successo lo si saprà nel Comitato che andrà in scena martedì di fronte all'Arpav.