Luigi Brugnaro porta il fucsia a Roma: «Punto al 20%»

Giovedì 15 Luglio 2021 di Alda Vanzan
Luigi Brugnaro porta il fucsia a Roma
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Prima le firme dal notaio a Roma, poi, sulla cima di Monte Mario, la presentazione pubblica di Coraggio Italia. Colori predominanti: il verde del bosco che attornia la Casina di Macchia Madama, dimora storica scelta per il debutto del nuovo partito e il fucsia che a Venezia tutti conoscono e che ora fa capolino anche sulla scena politica nazionale. Parlano il governatore ligure Giovanni Toti, i parlamentari Marco Marin, Gaetano Quagliariello, Paolo Romani, Michaela Biancofiore, Maria Rosaria Rossi, Elisabetta Ripani, tutti i soci fondatori. Luigi Brugnaro sale sul palco per ultimo, seduta in prima fila c’è la moglie Stefania, giacca rosa d’ordinanza.


Il debutto del partito è in diretta sui canali social e agli italiani che lo ascoltano il sindaco di Venezia dice che vuole costruire un nuovo Paese che offra opportunità e lavoro per le nuove generazioni. «Non so neanche perché sono qua», dice ridendo.

E racconta perché sei anni fa si è candidato a sindaco: «Ho detto a Stefania che dovevo fare qualcosa per Venezia».

Brugnaro svela che a suo tempo in laguna aveva proposto ai partiti, «il Pd, la Lega, Forza Italia», una sorta di governo di salute pubblica per salvare la città sommersa dai debiti. «Non mi hanno dato retta». Racconta che Marco Marin, all'epoca coordinatore veneto di Forza Italia, gli fece conoscere Berlusconi. «Quando ho deciso di candidarmi nessuno ci credeva, l'unico che mi ha dato fiducia è stato Marco». E il deputato padovano Marin ricambia, raccontando di quel pomeriggio, «a casa di Luigi», a condividere l'insoddisfazione per come stavano andando le cose nel Paese: «Ci siamo chiesti cosa potevamo fare ed è nata l'idea di mettersi in gioco con un nuovo partito». Un partito che parta dalle cose concrete, spiega Brugnaro: «Lavoro, acciaio, porti, grandi e piccole infrastrutture, imprese, corpi intermedi. Dobbiamo costruire uno Stato moderno che la smetta di far pagare debiti ai nostri figli. È immorale. E allora, basta politica a base di paghette, 80 euro e così via».

GLI ORGANI

Confermate le indiscrezioni: di Coraggio Italia Brugnaro è il presidente, il governatore della Liguria Toti è uno dei tre vicepresidenti con funzioni vicarie, gli altri due sono Marin e il senatore Quagliariello. Il progetto è che sia quest'ultimo, appena si raggiungeranno le adesioni, a far nascere il gruppo a Palazzo Madama. «Lo stiamo costituendo - conferma Brugnaro -. Abbiamo sette senatori, ce ne mancano tre». A breve anche l'apertura della sede del partito: «Sarà vicino al Parlamento».


LA COLLOCAZIONE

Nel centrodestra. Con Draghi. Ma non per puntare a un partito unico come voleva il Cavaliere. Così si colloca Coraggio Italia. «Siamo nel centrodestra e siamo centro moderato - dice Brugnaro -. Pensiamo che il centrodestra debba essere guidato dai moderati e non dagli estremisti». Si riferisce a Salvini e Meloni? «Con loro ho un ottimo rapporto, ci conosciamo da anni, sono persone che stimo. Credo che facciamo un servizio al centrodestra ad allargare la compagine, la trasversalità». Ma il partito unico no: «Non ci ha mai appassionato, credo che non sia un valore e faccia perdere consenso».


Il presidente dei fucsia fissa l'obiettivo: «La gente è stufa di sentir parlare di destra e sinistra, vuole soluzioni. E noi ci rivolgiamo ai cittadini, senza distinzione politica, anche chi è rimasto deluso dal Movimento 5 Stelle, noi partiamo dai territori, dai professionisti, dagli amministratori. Qui sono rappresentate già 65 province, ma cresceremo. A quale percentuale?». Brugnaro prima tentenna, poi si sbilancia: «Non farei numeri, vedremo, ma diciamo il 20 per cento». «Anche di più», gli fa eco Marin. L'orizzonte sono le elezioni Politiche, ma Coraggio Italia potrebbe debuttare già alle prossime Amministrative.


L'APERTURA

Anche Toti si rivolge ai delusi: «Noi vogliamo essere un movimento politico aperto, di massa, che accolga chi è stato deluso dal M5s o che ha smesso di fare politica perché deluso da altri partiti. Qui c'è spazio per tutti purché ci sia impegno, merito e volontà collettiva, nessun individualismo, quello non paga mai. Per far ripartire il Paese, dopo la pandemia, c'è bisogno di un movimento come questo che faccia della concretezza, della formazione e del merito il centro del suo progetto politico. Vogliamo costruire un Paese diverso e abbiamo tutte le energie per farlo».


«Non stiamo facendo una cosa contro qualcuno - aggiunge Quagliariello - ma per non far morire uno spazio ideale che è stato portante per questo Paese. Quando la mia casa si è trasformata in un progetto eroico e individuale, per quanto volessi bene alla persona che l'ha costruita, ho cominciato a pensare a una start up, poi ho incontrato per strada Toti e Brugnaro».

L'AGENDA

Sarà Brugnaro, come capo delegazione, a partecipare alle riunioni con gli altri leader politici nazionali. Gli chiedono chi vedrebbe al Quirinale come successore di Sergio Mattarella. «Chiedere a Mattarella di restare? Sarei ben contento se un'ipotesi di nuovo mandato fosse ancora percorribile». E il decreto Zan? «Lo voterei, basterebbero poche modifiche. Ad esempio la Giornata nazionale contro l'omofobia è qualcosa a cui si può rinunciare».

Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 09:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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