Caso Gaiatto, nuovi sequestri di beni, ma alle vittime non andrà nulla

Venerdì 14 Giugno 2019 di Cristina Antonutti
Caso Gaiatto, nuovi sequestri di beni, ma alle vittime non andrà nulla
PORTOGRUARO - Non esiste capolinea per le indagini della Procura di Pordenone sulla mega truffa del forex organizzata dal trader Fabio Gaiatto con la Venice Investment Group. Il procuratore Raffaele Tito continua a delegare accertamenti alla Guardia di finanza di Portogruaro e l’attività ha portato, in rapida successione, ad altri quattro sequestri per equivalente. Si tratta di denaro, cambiali e immobili. Nulla è destinato alle migliaia di vittime della truffa. Sarà lo Stato a incamerare i beni. 
 A febbraio i Pm avevano chiesto il sequestro preventivo di un immobile del valore di 106 mila euro a Plavje e di un secondo da 55mila euro a Capodistria (l’ex sede di Venice). Sono intestati alla fallita Studio Holding amministrata da Najima Romani, compagna di Gaiatto. Con il patteggiamento della Romani sono stati confiscati beni per 3,7 milioni, adesso alla lista si sono aggiunti i beni sloveni.
Il 29 maggio il gip Eugenio Pergola ha disposto anche il sequestro di ogni diritto di credito vantato da Venice Investment Group doo. Si tratta delle “cambiali croate” emesse attraverso 72 operazioni di finanziamento abusive per 11 milioni di euro: tutti i prestiti sono stati fatti con soldi provento di truffe. A parte la maxi-rata iniziale, molti clienti di Gaiatto devono ancora versare le rate e finora solo una parte di cambiali era stata recuperata.
Da una verifica fiscale è emerso che Massimiliano Vignaduzzo, indicato tra i principali collaboratori di Gaiatto, avrebbe percepito 186mila euro in nero per la sua attività di mediazione. Per lui il gip Rodolfo Piccin ha disposto un sequestro per equivalente di 73.230 euro, pari all’imposta evasa.
L’ultimo sequestro riguarda Massimo Minighin, a processo per aver realizzato il sito internet che mostrava ai clienti gli interessi fasulli guadagnati con il forex. Gli è stata sequestrata ai fini della confisca la casa acquistata a Sappada, borgata Mulbach 34, per 242mila euro e ristrutturata con altri 81mila. Dalle indagini emerge che sarebbe stata comprata con parte dei 600mila euro versati da Gaiatto per la realizzazione del sito e inviati in Florida dalla Venice Investment Holding Ltd il 27 marzo 2017, con un bonifico a favore della Kinit Corporation, società americana di cui Minighin era presidente. Secondo Minighin, era l’acconto per l’acquisto di un agriturismo in Toscana, progetto da 2,7 milioni poi naufragato. Alla Finanza disse che si era trattenuto la penale, ma dalle indagini è emerso che per provare le trattative per l’agriturismo erano state prodotte false mail. In realtà mezzo milione è rientrato in Italia il 7 settembre 2017 e il 12 settembre una parte è stata usata per la casa in montagna. Il difensore Cristiano Leone ha già presentato ricorso al Riesame.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci