No-vax in corsia 1 su 10: l'Ulss decide di ridurre mansioni e stipendi

Giovedì 8 Aprile 2021 di Davide Tamiello e Nicola Munaro
Gli spazi del Pala Expo
6

MESTRE - Un decimo del personale sanitario dell’Ulss 3 ha rifiutato il vaccino. A confermarlo, ieri, in occasione dell’apertura del nuovo maxi hub al Palaexpo di Marghera, lo stesso direttore generale Edgardo Contato. «La percentuale - ha spiegato Contato - va dal 10 al 15 per cento. Che cosa faremo? Mi atterrò a seguire le indicazioni del decreto». Ovvero: demansionamento e riduzione dello stipendio fino al 31 dicembre (data fissata appunto dal decreto, in cui si ipotizza di aver completato il piano vaccinale nazionale). Non è ancora chiaro quanti tra questi abbiano rifiutato il siero in quanto NoVax e quanti perché appartenenti alle eccezioni tutelate anche dallo stesso decreto (per esempio le donne incinte).

Una differenza che arriverà alla seconda chiamata al vaccino, quando sarà obbligatorio, in questo caso fornire la motivazione del rifiuto. Il dato comunque arriva a due giorni dalla presentazione delle liste: domani, infatti, scade il termine per la presentazione dei nomi degli obiettori. Una scelta resa illegittima dal decreto del 31 marzo. In caso di accertata mancata vaccinazione la legge prevede anche la possibilità di sospendere dalla professione i novax senza stipendio. 


CASE DI RIPOSO E IPAV
Una percentuale che resta più alta nelle case di riposo del Veneziano, dove circa il 20% non si è vaccinato. A questi si aggiunge il problema degli operatori socio sanitari, gli Oss, che non avendo un ordine professionale risultano più difficili da individuare. «La verifica reale di questi numeri è un problema - spiega Daniele Giordano, segretario generale di Fp Cgil Venezia - reso ancora più intricato dalla privacy. Come Cgil abbiamo chiesto confronto un confronto sul tema con Ipav e Ulss 3, che vedremo domani (oggi, ndr). Partendo dal presupposto che i vaccini siano fondamentali nella lotta al virus, in una residenza per anziani, più piccola di una Ulss, bisogna chiarire bene come continuare a garantire l’assistenza. Alcune strutture possono garantire un calo di personale spostando i non vaccinati ad altre mansioni, ma altre no». Bassi i numeri dei non vaccinati nelle Ipav veneziane: «Già con la prima tornata - spiega il presidente Luigi Polesel - abbiamo vaccinato il 95% del personale, il 5% che aveva detto di no, verrà ora vaccinato. Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare da parte di Fondazione Venezia finora non si è immunizzato il 10%. Penso, però, che arriveremo a vaccinarne il 97% del personale».


PALA SALUTE
Ieri è stato il primo giorno del nuovo PalaSalute, il centro vaccinale più grande del Veneto che, una volta a regime, potrà arrivare a somministrare 4 mila dosi al giorno. Il problema, però, è sempre quello delle scorte. La situazione è più o meno questa: immaginate di avere a disposizione un’auto da Formula Uno, di avere uno dei migliori piloti su piazza e, infine, un autodromo nuovo di zecca in grado di far raggiungere il massimo delle prestazioni. Immaginate ora la delusione se, di fronte a tutta questa struttura, vi mancasse la benzina. La frustrazione del personale dei vertici dell’Ulss 3, alle prese con la carenza di vaccini, è la stessa, come ha spiegato bene ieri il commissario per la vaccinazione Luca Sbrogiò: «La settimana prossima sono attese solo 1.700 dosi di Astrazeneca (le scorse settimane gli stoc in arrivo erano tra le 12 e 13mila fiale, ndr). E abbiamo previsto per mercoledì 16mila dosi di pfizer, di cui seimila già destinati per i richiami». La prossima settimana, quindi, l’Ulss 3 avrà a disposizione in tutto 11.700 dosi da destinare alla prima vaccinazione (e seimila di questi sono già prenotati). Un quarto di quanto potrebbe garantire la macchina attuale, preparata per gestire 42mila inoculazioni a settimana. Aspettando forniture più adeguate (anche magari con il nuovo siero di Johnson&Johnson) intanto l’Ulss 3 la sua parte l’ha fatta: il nuovo hub di Marghera è una struttura enorme e ha già attivato 20 box vaccinali (sfruttando solo il 50% dello spazio). «Da PalaExpo a Palazzo della Salute - commenta il dg Contato -La superficie che accoglie e vaccina le persone ha le dimensioni di un campo da calcio oggi (ieri, ndr) si stanno vaccinando 720 utenti, di cui 540 pazienti fragili e 180 ultraottantenni. La grande struttura che pareva essere ormai ridotta ad una cattedrale del deserto si è trasformata in una moderna chiesa votata alla fine dell’epidemia che ci affligge». «Questo è un salto di scala, e offre al Paese un modello Venezia», specifica l’assessore alla Programmazione sanitaria Simone Venturini. Al momento si è arrivati un quarto del percorso: 130mila i vaccinati su un totale di 550mila nel territorio dell’Ulss 3 (il 23%). Nell’hub di Marghera, al momento, si vaccinano gli ultreottantenni e i pazienti fragili. «Ma nel caso di slot liberi - continua Contato - potremo aggiungere anche gli utenti tra i 70 e i 79 anni». Le liste dei riservisti? Non servono più. «Con le iscrizioni dal portale - aggiunge Vittorio Selle, responsabile del piano vaccinale dell’Ulss - abbiamo ogni giorno il tutto esaurito». 

Ultimo aggiornamento: 17:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci