Eraclea, non era mafia: Luciano Donadio condannato a 26 anni solo per associazione a delinquere

Assolto Mirco Mestre, ex sindaco di Eraclea: nessun voto di scambio

Lunedì 5 Giugno 2023 di Nicola Munaro
Eraclea, non era mafia: Luciano Donadio condannato a 26 anni solo per associazione a delinquere

MESTRE - Luciano Donadio, al processo per infiltrazioni mafiose a Eraclea, questa mattina (lunedì 5 giugno), in aula bunker a Mestre è stato condannato a 26 anni e 3 mesi. Ma la condanna non è per mafia. Donadio è stato condannato a 26 anni e 3 mesi per associazione a delinquere. L'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso è stata riqualificata in associazione a delinquere semplice, solo in alcuni episodi aggravata da metodo mafioso. Luciano Donadio, è originario di Casal di Principe, il paesino di 20 mila anime della Campania che è diventato famoso in tutto il mondo con il libro Gomorra di Saviano il quale ha raccontato le gesta del cosiddetto "clan dei casalesi".  Il collegio presieduto da Stefano Manduzio ha emesso condanne più basse rispetto a quanto chiesto dall'accusa. Il principale imputato, Luciano Donadio, ritenuto un terminale dei Casalesi nella località balneare veneziana, è stato condannato, in pratica, senza l'aggravante del 416 bis. Questa sentenza contrasta con la sentenza della Corte di Cassazione che a fine aprile ha confermato la sussistenza di un'associazione a delinquere di stampo mafioso a Eraclea, condanando tra questi anche lex sindaco Graziano Teso a 2 anni e 2 mesi per concorso esterno in un'associazione mafiosa che di fatto, secondo il tribunale collegiale di Venezia, ora non c'è.

Gli avvocati della famiglia Donadio, Renato Alberini e Giovanni Gentilini, spiegano che comunque questo processo e il rito abbreviato sono diversi e quindi non paragonabili.

Gli altri imputati

I due figli di Luciano Donadio, Claudio e Adriano, sono stati condannati rispettivamente a 6 anni di reclusione, e 5 anni e 8 mesi. 

Assolto Mirco Mestre, ex sindaco di Eraclea arrestato per voto di scambio politico-mafioso per le elezioni vinte: l'assoluzione arriva perchè il fatto non sussiste. Subito dopo la sentenza ha lasciato l'aula bunker per primo, visibilmente commosso: «Non avete idea di quanto ho sofferto in questi anni».

Le pene più pesanti sono andate a Raffaele e Antonio Buonanno, condannati a 19 e 14 anni rispetto a una richiesta di 30 e 20 anni e 8 mesi. Erano ritenuti i capi del presunto «clan di Eraclea», assieme a un altro vertice, Antonio Pacifico, per il quale dai 30 chiesti il collegio ha comminato una pena di 10 anni e mezzo.

Fabio Gaiatto, broker già condannato per altre truffe, avrà come risarcimento - in quanto parte civie - 30 mila euro immediatamente esecutivi.

Le richieste dell'accusa

Il dispositivo è stato letto nell'aula bunker di Mestre dopo una camera di consiglio durata una decina di giorni. L'accusa aveva chiesto condanne da 30 a 2 anni di reclusione per i 46 imputati, per un totale di 452 anni. L'aggravante del metodo mafioso è stata tuttavia applicata per singoli capi d'accusa come estorsioni, minacce e violenza privata. La fase dibattimentale del processo era iniziata l'11 giugno 2020, e ha visto circa 350 deposizioni di testi, tra cui l'ex ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e il presidente del Veneto Luca Zaia, costituitosi parte civile. Nei confronti di regione, Città metropolitana di Venezia e Comune di Eraclea, il tribunale ha disposto un risarcimento provvisionale di 200mila euro, con liquidazione dei danni morali e di immagine da fissare in sede civile; ai sindacati Cgil Cisl e Uil la provvisionale è di 20mila euro ciascuno, all'associazione Libera di 50mila.

La sindaca Zanchin: «Dobbiamo ricostruire il Paese»

«Abbiamo già cominciato a ricostruire Eraclea dal 2020. Dal momento in cui ci sono state le elezioni infatti la linea che ho sempre tenuto è stata che non c'era la mafia a Eraclea, su questo eravamo fortemente convinti e aspettavamo comunque il procedimento». Lo ha detto la sindaca del Comune veneziano, Nadia Zanchin, presente in aula alla lettura della sentenza. «Un conto sono gli imputati - ha precisato Zanchin - un conto sono le persone di Eraclea, che sono ben altra cosa. Noi abbiamo sempre lavorato per ricostruire e per ridare una nuova vita a questo paese». 

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Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 10:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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