Il miliardario Berggruen compra ancora: dopo la Casa dei tre Oci tocca a palazzo Diedo, diventerà un museo d'arte contemporanea

Giovedì 17 Marzo 2022 di Roberta Brunetti
Palazzo Diedo a Venezia e Nicolas Berggruen

VENEZIA - Un anno fa aveva acquistato la Casa dei Tre Oci, gioellino di arte neogotica che si affaccia sul Canale della Giudecca, destinata ad ospitare la sede europea della sua fondazione internazionale, il Berggruen Institute, «think tank indipendente e no-profit, attivo sui temi delle politiche internazionali e delle sfide globali del XXI secolo». Ora raddoppia con Palazzo Diedo, grande edificio settecentesco nel cuore del sestiere di Cannaregio, che diventerà la sede del Berggruen Arts & Culture, nuovo spazio per l'arte da esporre ma anche da creare che aprirà in concomitanza con la Biennale del 2024. Nicolas Berggruen, miliardario e filantropo americano (con cittadinanza anche tedesca), torna a investire a Venezia.

Un altro Pinault che si materializza in laguna e punta molto - ma non solo - sull'arte contemporanea. Nella città afflitta dall'overtourism, un'alternativa di qualità che potrebbe avere sviluppi interessanti. Non è un caso che a dirigere il neonato Berggruen Arts & Culture sia stato chiamato Mario Codognato, già capo curatore al Madre di Napoli e direttore della Anish Kapoor Foundation che a Venezia ha recentemente acquistato Palazzo Manfrin. Un altro futuro spazio per l'arte contemporanea nel popoloso sestiere di Cannaregio, che non aveva questa vocazione. É stato proprio Codognato, un veneziano che ha fatto carriera nel mondo dell'arte, a suggerire a Berggruen l'acquisto di Palazzo Diedo.


IL PALAZZO

Un passato da scuola elementare, per cui sono passate generazioni di veneziani, una vita più recente da uffici giudiziari, conclusasi una decina d'anni fa, Palazzo Diedo è uno dei tanti edifici pubblici messo in vendita per fare cassa. Valorizzazione passata attraverso il passaggio dal Comune a Cassa depositi, ma rimasta in stallo per anni, con lo spettro dell'ennesimo albergo all'orizzonte. Ora invece l'arrivo di Berggruen, che ha acquistato lo storico palazzo attraverso il Nicolas Berggruen Charitable Trust. La notizia è stata ufficializzata ieri, senza indicare la cifra pagata. Ma i lavori di ristrutturazione, affidati all'architetto veneziano Silvio Fassi, sono in corso già da qualche mese. E per aprile è prevista una prima installazione sulla facciata del palazzo a cura dell'artista Sterling Ruby.


IL FILANTROPO

Classe 1961, figlio del grande collezionista d'arte tedesco Heinz (quello del museo Berggruen a Berlino), Nicolas Berggruen si è occupato a lungo di settore immobiliare, con la sua società di investimenti. Nel 2010, all'indomani della crisi globale, la fondazione del Bergrruen Institute, con l'ambizioso obiettivo di fornire «idee nuove» per un «mondo in cambiamento». Forte di un centro studi a Los Angeles e di un hub per il dialogo Est-Ovest presso l'università di Pechino, ora punta sulla sede europea di prossima apertura proprio nella Casa dei Tre Oci. Luogo dove ci si occuperà anche di arte, ma non solo. Specificamente dedicato all'arte, invece, sarà Palazzo Diedo. Spazio ideale per l'esposizione delle collezioni della famiglia Berggruen, ma anche per progetti di residenza d'artista. Primo residente proprio Sterling Ruby con un progetto in quattro fasi, da aprile fino all'inaugurazione dello spazio tra due anni.


L'ENTUSIASMO

«Nutrendo un profondo amore per Venezia, desideravo da tempo creare un luogo in cui l'arte potesse essere ispirata dalla città e creata nella città - racconta Berggruen - Siamo emozionati all'idea di realizzare ora questo sogno ristrutturando Palazzo Diedo e rendendolo accessibile al grande pubblico come sede del Berggruen Arts & Culture. Guardiamo con entusiasmo all'idea di vedere artisti innovativi della città e di ogni parte del mondo venire a Palazzo Diedo per realizzare nuove opere e proporre nuove idee, restituendo a Venezia la sua importanza come luogo di creazione artistica». Gli fa eco Codognato: «Sono entusiasta di essere di nuovo a Venezia, e di affiancare Nicolas Berggruen nella realizzazione di questo nuovo polo creativo così promettente. Come Nicolas, credo nell'arte che parla al pubblico, che ci induce a pensare in modo diverso e che innesca discussioni, e credo che Venezia non abbia solo un passato ma anche un futuro come uno dei grandi crocevia mondiali dell'arte e delle idee».

Ultimo aggiornamento: 10:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci