Lotta al nero fiscale: controlli a tappeto nelle spiagge veneziane e negli alberghi

Martedì 15 Novembre 2022 di Nicola Munaro
Spiaggia
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VENEZIA - Ha funzionato a Venezia, sta dando i suoi frutti a Mestre. Ogni giorno porta all'emersione dal nero fiscale di attività che per anni si sono nascoste agli occhi (e alle casse) dello Stato e che adesso vengono scoperte incrociando l'analisi di dati sul web con le investigazioni classiche, a piedi, sentendo i turisti.

Ed è per questo, per il ritorno positivo di quello che a inizio estate era partito come un esperimento nel cuore di una delle città che più di tutte soffre di overtourism, che il giro di vite è pronto a sbarcare anche in provincia di Venezia. Quindi alle spiagge. Il passo avverrà nelle prossime settimane, il sistema è rodato e sarà applicato senza cambiamenti.

LE INDAGINI
Per scovare le strutture non in regola la finanza ha ideato un software - Dogale, il nome - attraverso il quale si avrà un'analisi di rischio delle locazioni turistiche, evidenziando quelle non in regola. Incrociando dati su dati, darà indicazioni di dove si possano annidare strutture ricettive che se proprio fantasma non sono, qualcosa comunque nascondono degli incassi che fanno. Si muoverà individuando degli indicatori di rischio partendo dalle recensioni (numero e giudizio soprattutto) dai posti letto che compaiono nelle piattaforme, dalla comunicazione ai clienti dell'applicazione o meno dell'imposta di soggiorno. Il primo utilizzo a Venezia aveva portato in dote in poche settimane di utilizzo un elenco di 500 casi di non collimazione tra le notizie e le pubblicità sul web e quanto dichiarato ai registri ufficiali. Lo screening sul web ha poi avuto un secondo capitolo attraverso le interviste fatte ai turisti che dalla stazione di Santa Lucia o da piazzale Roma stanno per lasciare Venezia.
Un metodo che continua ogni giorno e che si accentuerà di nuovo con l'avvicinarsi del Natale. Ai turisti in partenza dal centro storico vigili e finanza consegnano un questionario sui tecnici relativi alla struttura che li ha ospitati: dove hanno alloggiato, com'è stata fatta la prenotazione, attraverso quale portale online, com'è stato fatto il ceck-in, quali servizi sono stati offerti. Poi il conto, la consegna dei documenti all'arrivo in struttura e il pagamento della tassa di soggiorno. Un'indagine a ritroso, quindi, per risalire dai commenti dei turisti fino alle strutture che lavorano senza essere in regola con le autorizzazioni.

IL BILANCIO
Cinque milioni di redditi non dichiarati scoperti durante i mesi estivi, 31 strutture ricettive completamente abusive, un centinaio di attività dichiarate ma non contrassegnate dalla targhetta prevista dalla normativa regionale, 8 lavoratori irregolari impiegati nella reception e nelle pulizie. Eccolo il bilancio dell'attività investigativa condotta assieme dalla polizia locale di Venezia e dalla guardia di finanza del Comando provinciale nei mesi estivi sul fronte delle locazioni brevi. Nei mesi centrali dell'estate sono state fatte sanzioni per oltre 216mila euro. Le strutture abusive scoperte sono ben 31, per le quali è stata riscontrata l'assenza di qualsivoglia comunicazione obbligatoria a Comune e Regione. Ulteriori 8, invece, avevano dichiarato una capacità ricettiva inferiore a quella effettivamente riscontrata all'esito dei controlli. Ma c'è di più. Le attività ispettive hanno permesso di individuare l'esistenza di camere ricavate in magazzini, ripostigli, garage e posti angusti, in condizioni igieniche e sanitarie precarie. Anche in ripostigli e sottoscala,

 

Ultimo aggiornamento: 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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