Commerciante espone cartelli negazionisti, i residenti in rivolta

Martedì 24 Novembre 2020 di Filippo De Gaspari
Il negozio con i cartelli negazionisti esposti in vetrina
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Negozio negazionista, al quartiere Aldo Moro scoppia il caso. Il titolare della bottega Ortonaturale mette in vetrina cartelli contro la “dittatura sanitaria”, nel quartiere qualcuno protesta, arrivano anche i carabinieri e lui rilancia: «Sono delatori, li invito al ragionamento critico e autentico».

Alcuni residenti sono pronti ora a raccogliere la sfida per smontare le tesi di quello che è stato già ribattezzato il “negozionista” del Covid: Flavio Spaccavento, il titolare della bottega di prodotti naturali e biologici che si affaccia sulla piazza del quartiere, è uno di quelli che all’emergenza pandemica non crede.

Sui social condivide le più comuni teorie complottiste e molte di queste le ha volute riportare in vetrina, tanto che da settimane, fuori dalla sua bottega, sono esposti cartelli eloquenti: “Togliete la mascherina, reagite con forza”, “Il volto anche solo parzialmente coperto è punito dalla legge: sappiate che state violando la legge”.

L’invito a ribellarsi non è piaciuto a molti abitanti del quartiere, perché pubblico e perfino pericoloso. La protesta ha trovato voce, tra gli altri, in Paolo Pietrobon, anima del quartiere, scrittore e già presidente del consiglio comunale di Mirano: «Fortunatamente la città e il quartiere hanno protestato moralmente e politicamente contro queste pubbliche perorazioni che, dietro il paravento dei sacrifici che la pandemia impone a tutti per la salvezza di tutti, gettano fango sulle persone che stanno combattendo in trincea nelle corsie ospedaliere. Addirittura si vorrebbe spingere chi si imbatte nelle predicazioni di queste persone ad avversare quanto la legge detta per combattere la terribile malattia. Tra il diritto di critica e la vigliaccheria interessata è davvero insopportabile ascoltare e leggere certi proclami che gridano senza ragione né onestà intellettuale a una dittatura sanitaria».

Ma Spaccavento tira dritto: «E’ tempo di essere coraggiosi nel denunciare quanto stiamo vivendo. Il coronavirus esiste, esisteva anche anni fa e tutti ci siamo ammalati di influenza, alcuni purtroppo sono morti. Solo che un tempo non si faceva terrorismo mediatico, la gente moriva ma in molti casi nemmeno si sapeva. Ora, qui le cose sono due: o questo coronavirus è artificiale, un arma batteriologica usata per scopi che non voglio approfondire o stiamo subendo un attacco di portata apocalittica supportato da tesi medico-scientifiche infondate».

Ma, gli chiediamo, gli affari girano o queste teorie, che lui definisce scomode, gli allontanano la clientela? «Alcuni condividono - assicura Spaccavento - magari non proprio tutto ma sono persone di pari consapevolezza e coscienza. Poi ci sono quelli che fanno la fila mascherati per entrare al supermercato e alcuni trovano il coraggio di un confronto, altri attaccano a testa bassa, denigrano ripetendo a pappagallo slogan assorbiti dalla tv senza nemmeno comprendere ciò che dicono, senza rendersi conto delle contraddizioni. Mi hanno mandato anche i carabinieri, che però non hanno potuto far altro che constatare l’assenza di qualsivoglia azione illecita, d’altronde l’articolo 21 della Costituzione parla chiaro e hanno riconosciuto la mia facoltà di libera espressione». 

Ultimo aggiornamento: 18:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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