MESTRE - I sogni di una ragazzina innamorata dell'arte, e la solidità di una donna che, a quasi 80 anni, vuole continuare a tenere aperta la sua storica bottega in via Fapanni. La chiamano Contessa Soasera, ovvero la contessa della cornice. È Sandra De Agostini, titolare del negozio di cornici aperto con il marito Giorgio Degan cinquant'anni fa.
DALLE SCARPE ALLE TELE
Sandra aveva iniziato a lavorare a soli 15 anni, come impiegata a Venezia in un negozio di scarpe (l'unico che vendeva le collezioni Dior e Chanel), poi nel 1963 inaugurò con il marito il primo laboratorio di cornici antiche e moderne in via Caneve, che diventò anche la galleria d'arte Minima. «Era l'epoca in cui Coin stava costruendo lo stabile del primo centro commerciale racconta la contessa .
«Noi artigiani della cornice - prosegue Sandra De Agostini - abbiamo intessuto fili di bellezza insieme a vedutisti, figuratisti, astrattisti, iperrealisti, essenzialisti, fotografi acromatici policromatici, artisti della pittura, scultura e della fotografia, critici d'arte e giornalisti, poeti e intellettuali. L'idea della cornice nasceva spesso su un tovagliolo di carta, un piatto, una carta ingiallita e innescava entusiasmi, contrarietà, dinieghi e altre occasioni di incontro». Piacevoli incontri nelle gallerie che nascevano a Mestre negli anni 70, come in La Torre in piazzetta Giordano Bruno gestita dalla stessa coppia, ma ce n'erano in via Ca' Savorgnan (di Lucchesi e Gigli), in via Olivi, in Piazza Ferretto.
IL SOPRANNOME
Il soprannome di Contessa Soasera glielo aveva dato il poeta veneziano Mario Stefani. L'azienda vive oggi da mezzo secolo in via Fapanni e nella falegnameria gestita dal figlio Alberto, a Marcon. All'interno della bottega sono conservate almeno mille tipologie di cornici, tra cui quelle composte dai tronchi di legno degli abeti di montagna intagliate a mano, color rame, o quelle più moderne, preferite dai giovani. Si vendono grafiche, quadri di pittori locali, ma soprattutto la contessa aiuta gli artisti giovani. È a loro che oggi si rivolge, nell'epoca dell'esposizione d'arte via cavo e via web, in cui non ci sono più corniciai, con l'incoraggiamento a non avere paura. «Le gallerie hanno sempre tenuto accesa la fiaccola dell'arte - riprende la contessa -, i circoli e le botteghe con i Maestri come i concorsi di pittura, tra cui il Premio Mestre a cui dedico energie insieme ai promotori. Ringraziando tutti i miei clienti, consegno simbolicamente il testimone a mio figlio Alberto e a mio nipote Tommaso, quel testimone dell'arte che dopo cinquant'anni ancora sa darmi folgorazione emozionale».